Stamattina a Ventimiglia si è tenuta la visita del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, se di visita si può parlare, considerato che l’incontro si è svolto velocemente all’interno del palazzo comunale.
Una rapida discesa dall’auto per entrare in municipio e un’altrettanta celere uscita, arricchita soltanto da un breve saluto alla Polizia di Stato nella sede adiacente, per partire subito alla volta di Imperia dove era atteso per il vertice in prefettura. Un rigido protocollo per il quale è stato imbastito un forse esagerato presidio di forze dell’ordine: l’intero piazzale era gremito di ogni forza pubblica, dalle divise “da parata” con medaglie varie ai graduati, fino a interi schieramenti in tenuta antisommossa con scudi e armamenti.
“Al municipio c’erano tutti, dalla Finanza al Carabiniere, al municipio c’erano tutti col manganello e lo scudo in mano” parafrasando De Andrè; c’era la Guardia di Finanza con manganelli e scudi tondi e i Carabinieri in divisa antisommossa con i loro scudi a torre. Perché tutto questo dispiegamento se Piantedosi, come auspicato, non ha fatto neppure un giro in città?
Senza dubbio un Ministro dell’Interno è una carica statale di primo livello e ci sono protocolli da rispettare, ma in piazza a manifestare in modo pacifico vi erano poche decine di persone, con cartelloni e megafoni, che hanno espresso la loro idea senza creare problemi di ordine pubblico. Inoltre i migranti, di solito sempre presenti per le vie cittadine, questa mattina hanno abbandonato le strade, per poi tornarci nuovamente nel pomeriggio.