Un intero paese si mobilita per affermare la propria identità religiosa e per fare delle proprie strade un modello.
“Il Corpus Domini – afferma la Pro Loco di Villa Viani – viene vissuto così, in modo collettivo, con un’attenzione al decoro ed alla bellezza che accoglie il divino e rincuora l’umano. Quest’anno si è partiti presto, molto prima del 22 giugno: alla sera è prevista funzione e processione. La pulizia delle strade è presa in mano, con decisione, dagli abitanti. È tutto un ramazzare, uno svellere di erbacce…insomma, un esempio. Una volta per tutte. E poi c’è una raccolta di fiori, silente, di primo mattino, nei giorni precedenti. La ginestra risplende sulle colline, è quasi l’ultima settimana utile”.
“Il Corpus Domini, quest’anno, è tardo, – continua – perché la Pasqua è stata bassa. E comunque, come vuole la tradizione, i fiori delle olive, in un momento di allegagione del frutto, vanno a toccare il baldacchino in processione. Buon segno, si direbbe. Si è detto dei fiori. Ginestre, le rustiche ginestre, ma non solo, perché chi percorre i chilometri di strade e mulattiere che tuttora servono e sostengono l’economia rurale del posto, hanno i fiori come quinta scenografica. E così è, così sarà. Funzione alle 20.30? Nessun problema, un’ora è mezza prima dell’evento, tutti fuori e tutti in strada. I ceste piene di petali di fiori escono dai freschi fondaci locali. Canestri e secchi a profusione. I bordi strada diventano gialli, fiammanti. Ma più e più, si sfrutta ogni angolo, ogni portico, caratteristica propria dell’abitato, ogni pendio, per una composizione, un tema, un simbolo.
Si osserva, da vari anni a questa parte, una vera e propria evoluzione tematica e tecnica nell’adorno dell’abitato. Una commistione di tradizione, fantasia e novità simbolica. Parliamone: si va da una relativa classicità lungo il percorso nella Villa Viani propriamente detta fino alla costruttività che emerge a Borgo Barnati. Già uscendo dalla chiesa, alle rissoli dei selciati si sostituisce la dominante gialla delle ginestre. Fronte all’oratorio quello che era il bellissimo selciato in mattoni e rissoli, ancora presente sotto l’asfalto, si suppone, rivive con l’apporto delle foglie di Cycas.
La simbologia eucaristica emerge: calici, croci e il trigramma IHS, quanto mai attuale in quanto legato a Papa Francesco: un tema gesuita, ripreso dalla fonte, San Bernardino da Siena. Le prime lettere del nome di Gesù in greco, presenti e scolpite sui portali di tanta Liguria da fine Quattrocento in avanti e per tutti una sigla: “Iesus Hominum Salvato”. Gesù salvatore degli Uomini.
Spettacolare come sempre la creazione in piazzetta Roma: un vero e proprio mandala, che durerà una sola notte, con fondo verde e colori che nascono da soluzioni creative, con segatura e piccole pietre. Classico, poi a salire, con fantasia cromatica nel portico del Pecétto, impiego di Alstroemerie che hanno allignato facilmente in qualche bordo strada locale e foglie verdi. Ancora simbologie eucaristiche, di portico in portico e mazzi di fiori di campo. In Borgo Barnati c’è infine un tema conduttore, con vere proprie strutture che vanno oltre l’infiorata classica.
L’impiego vegetale c’è sempre, però accompagna oggetti: un colossale grappolo d’uva e il mastello, il ciclo del grano con il pane, un sole di ginestra a fronte della cappella di San Bartolomeo, l’arcobaleno che è luce ed acqua, a uscire da uno storico rubinetto di fontana da tempo inspiegabilmente occluso.
Si evincono qui i temi forti: sangue e carne del Dio fattosi uomo, la luce e la vita. Del resto la solennità è propriamente quella del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Sollemnitas Ss.mi Corporis et Sanguinis Christi). Una dimensione che giunge da 800 anni fa e che rappresenta, nell’ostia in processione, la presenza reale del corpo e sangue di Cristo-Dio fattosi uomo, nelle Sacre Specie. Un valore, un voler essere uniti attorno a qualcosa che rappresenta tutti e comunque una bel momento per stare insieme.
Agape conclusiva finale inclusa, momento sociale ineludibile, perché in fondo è in chiesa che ci si incontra tutti e non c’è whatsapp che valga allo stesso modo. E un pensiero corre, allo “stile Villa Viani” per l’infiorata che diventa a tre dimensioni e che, forse, merita di essere conosciuta maggiormente” – conclude.