Regione Liguria si impegni ad attivarsi presso tutte le sedi nazionali ed europee affinché vengano messe in atto tutte le azioni necessarie ad affrontare correttamente il tema dell’etichettatura e della corretta informazione al consumatore al fine di tutelare uno dei capisaldi del Made in Italy ma anche di un tessuto sociale composto da tanti viticoltori, da produttori di vino e produttori di birra, custodi dei territori e di una cultura millenaria che sono parte integrante della nostra regione e del nostro Paese. Lo chiede la consigliera di Fratelli d’Italia Veronica Russo tramite un ordine del giorno approvato oggi in consiglio regionale.
“Questo ordine del giorno – spiega la consigliera – è motivato dal fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità rischia di mettere in crisi i nostri produttori di vino e birra con una norma che richiama al proibizionismo negli Stati Uniti di cento anni fa. Mi riferisco all”European Framework for Action on Alcohol 2022/2025′, votato al 72esimo comitato regionale dell’Oms Ue lo scorso settembre a Tel Aviv, che chiede un taglio al consumo di alcol pro capite entro il 2025 equiparando vino e birra con i superalcolici senza distinzione tra consumo moderato ed abuso”.
“Qualora questo documento fosse recepito – prosegue Russo – si prevede un contrasto al consumo tout court come priorità d’azione con una diminuzione del 10% pro capite entro il 2025. Tra le politiche che l’OMS proporrà ai Paesi interessati figurano infatti: l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità, promozione, marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di ‘health warning’ in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito”.
“Insomma – conclude Veronica Russo – l’Oms vorrebbe equiparare il vino e la birra alle sigarette ed ai superalcolici basandosi sul concetto di consumo “no safe level”, ovvero che qualsiasi livello di consumo, anche minimo, sia comunque dannoso alla salute. Un principio che si discosta da quanto previsto dalla Global Alcohol Strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa Oms e dalla votazione al Cancer Plan da parte del Parlamento Europeo, documenti che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol”.