Nel fine settimana, i militari della compagnia Carabinieri di Ventimiglia hanno impresso massimo impulso all’attività preventiva predisponendo controlli capillari del territorio finalizzati al contrasto dei delitti contro il patrimonio, lo spaccio di stupefacenti e reati in genere.
Nel corso delle suddette attività sono stati tratti in arresto ben quattro persone.
Il primo, un cittadino di origine albanese e senza fissa dimora, è stato colto nel mentre deteneva ben 42 dosi di stupefacente di tipo cocaina. La sostanza, unitamente a denaro contante pari a 420 euro, frutto dell’attività illecita, è stata posta in sequestro.
Sempre lo stesso giorno, un cittadino italiano, su ordine dell’autorità giudiziaria, è stato rintracciato dai militari e condotto presso la propria abitazione per scontare una pena di oltre due anni in detenzione domiciliare. Parimenti, un altro cittadino italiano, già gravato dalla pena sostituiva del lavoro di pubblica utilità in questo territorio, a fronte delle reiterate inosservanze alle prescrizioni impostegli dalla Magistratura di Sorveglianza, è stato arrestato e tradotto in carcere.
In ultimo, è stato fermato un cittadino guineano senza fissa dimora, che in evidente stato di ubriachezza che, dopo aver danneggiato ben sette motocicli parcheggiati sulla pubblica via, si era scagliato contro i Carabinieri intervenuti. L’uomo, particolarmente alterato e violento, una volta condotto in caserma, ha continuato ad opporre resistenza, costringendo i militari a contenerlo e dichiararlo in arresto. All’esito del giudizio per direttissima, il predetto è stato condotto in carcere a Sanremo.
Il servizio di prevenzione e repressione svolto dai militari dei Carabinieri di Ventimiglia nell’ambito della circolazione stradale, ha permesso inoltre di deferire in stato di libertà un cittadino italiano per guida in stato di ebrezza alcolica, con contestuale ritiro della patente di guida, ed un altro conducente per aver declinato false generalità durante un controllo alla circolazione stradale. Quest’ultimo, aveva tentato di indurre in errore i militari operanti fornendo i dati di un proprio familiare, al fine di occultare il suo stato di irregolarità per aver guidato con patente sospesa.