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Venerdì 1 dicembre, presso la chiesa Sant’Agostino di Ventimiglia, è stato inaugurato il presepe curato e preparato da don Ferruccio

Addentrandosi nella chiesa, la navata destra è dedicata alla preparazione della lettura del presepe: si può osservare un totem triangolare, dove sono riprodotti i particolari di alcuni personaggi del presepe, figure interamente realizzate da un’azienda storica.

Proseguendo si può osservare il primo tabellone, contenente il titolo ed il tema di quest’anno, tratto da un brano di Giovanni Crisostomo del quarto secolo: “I misteri della chiesa sono invero straordinari, così come il suo altare. Una fonte scaturì dal Paradiso producendo torrenti invisibili; da quella pianura una fonte scaturì che produsse anche torrenti spirituali. E lungo quella fonte non sono cresciuti salici privi di frutti, ma alberi abbondanti che raggiungono il cielo stesso e che producono frutti in ogni stagione e sempre incorrotti. Se uno è intensamente caldo lasciatelo venire a questa fonte a rinfrescare il suo calore febbrile. Essa disperde il calore eccessivo e gentilmente rinfresca tutto ciò che è molto caldo, non solo quando è letteralmente infiammato dal calore del Sole, ma anche quando è incendiato dalle brucianti frecce del peccato. Agisce così perché trae origine da lassù, e ha là la sua sorgente e dà la è alimentata”.

I personaggi sono posti al centro della scena e tutti guardano verso Cristo, che è l’autore della nuova creazione, offrendo a lui i loro doni.

In questo presepe, per riprendere il brano che ha funto da traccia, è rappresentata la scena della natività non in una capanna, ma bensì in una sorgente.

La preparazione è a sua volta scaturita da una cartolina del 1911 raffigurante Ventimiglia e la foce del Roja, dove si possono osservare alcune lavandaie, figure presenti per l’appunto anche nel presepe.

Si possono a sua volta ammirare alcuni pannelli che introducono al significato del presepe: il primo racconta il presepe nelle scritture sacre, mentre il secondo è tratto dai vangeli apocrifi che segnano la natività di Gesù, ossia quello di Matteo e di Giacomo.

La prima rappresentazione della natività di Cristo, sebbene ad oggi perduta, risale all’opera di un archeologo tedesco prodotta nell’890 circa, il quale, dopo aver seguito degli studi riguardanti le catacombe, organizza e riproduce la scena della natività accanto ad una tomba.

Nel secondo pannello in particolare si vede il sarcofago di Arles, dove sono rappresentanti Maria, Giuseppe e i Re Magi, e risale all’incirca al quarto o quinto secolo.

Guardando alla storia, le figure del presepe sono successive alla nascita dello stesso, risalente al 25 dicembre 1223 e allestito da San Francesco D’Assisi, presentando solo una mangiatoia nei cui pressi celebra la messa di Natale, esattamente 800 anni fa.

Nelle vicinanze della mangiatoie sono presenti solo l’asino, il bue, la grotta, il sacerdote e lui, San Francesco. Sono assenti Gesù, Maria, Giuseppe e tutti i personaggi che, ad oggi, risultano essere presenze stabili e fondamentali nel presepe.

Le immagini del presepe nel video servizio a inizio articolo.