Con un comunicato stampa Patrizia Acquista, a nome del coordinamento regionale di Italia Viva, interviene sulla possibile chiusura del centro per migranti in transito di parco Roja a Ventimiglia:
“Il modello ventimigliese ora esce dai suoi “confini” anche mentali e prova a gestire con grande umanità, senso di responsabilità, ascolto dovuto dei cittadini, la migrazione epocale mai avvenuta con questi numeri in Europa.”
Era il 22 luglio del 2016 e commentavo così il grande impegno della Prefettura, dei cittadini di Ventimiglia e della nostra amministrazione per la riuscita del progetto “modello” virtuoso e apprezzato in tutta Italia, della gestione flussi migratori alla frontiera italiana- francese.
Il Campo Roja a Ventimiglia, gestito con professionalità e capacità organizzativa e umanità dalla Croce Rossa Italiana e con il supporto logistico delle forze dell’ordine, ha ridotto così di molto le criticità dovute al “passaggio” di migliaia di uomini, donne e minori. Persone in cammino verso mete da raggiungere con difficoltà.
Prima di questo impegno reale sul territorio la città viveva situazioni insostenibili e non accettabili: bivacchi ovunque sulle rive del fiume o in prossimità dei pontinper un riparo non degno per un essere umano. In città, poi, le situazioni erano ancora più problematiche e richiedevano un grande sforzo da parte di tutti, per ovvie, ragioni con disagi notevoli per offrire comunque aiuto (cibo, acqua), interventi continui e mai risolutivi. I cittadini giustamente rifiutavano tale convivenza che umiliava al solo sguardo, anche fugace e frettoloso.
Siamo al fianco dunque di chi sostiene non praticabile la chiusura del Campo Roja per ragioni umanitarie e di sostegno alla città che potrebbe ben presto ritrovarsi in situazioni già drammaticamente vissute.
Sinceramente avendo vissuto le drammatiche settimane a Ventimiglia con l’arrivo di centinaia di migranti allo sbando in città, rimango perplessa per la prospettata chiusura del Campo Roja e anche se i numeri ad oggi possono essere diminuiti, rimane la certezza che una alternativa al Campo ad oggi non si è mai potuta praticare.