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Si è tenuta questa mattina un’operazione di sensibilizzazione alla contraffazione, a carico di Confesercenti, Confcommercio, Unifab e Indicam, all’interno del mercato del venerdì di Ventimiglia.

La campagna, nata dalla collaborazione italo-francese, mira a informare i turisti della pericolosità legata all’acquisto e alla vendita di merce falsa: l’attività è stata svolta con l’ausilio di volantini elencanti i motivi per cui la compravendita di oggetti contraffatti non è un buon affare.

“C’è un’attività istituzionale in corso. A oggi abbiamo già un ottimo rapporto con la Prefettura di Imperia, le forze dell’ordine e, in questo specifico caso, con il Comune di Ventimiglia, punto di partenza per gli interventi che poi proseguiranno anche in altri comuni”, afferma Sergio Scibilia, presidente provinciale di Confesercenti.

La guardia è alta: con l’occasione è stato infatti annunciato che, nell’ottica di far fronte all’illegalità, la prossima settimana l’amministrazione ventimigliese parteciperà a un incontro con la Guardia di Finanza e altre autorità competenti proprio per discutere il fenomeno della contraffazione, ben noto al mercato cittadino.

La repressione è un metodo efficace, ma non sufficiente da solo a fronteggiare ed estirpare la problematica: al fianco delle attività di controllo sono presenti, di fatto, momenti formativi e informativi, rivolti alla popolazione.

“È importante trovarsi qui insieme, per sottolineare l’importanza del contrasto alla contraffazione: alcuni risultati sono già stati raggiunti, ma la strada è ancora lunga. È fondamentale sensibilizzare e comunicare che la merce falsa fa male alla salute, al Paese, al commercio, all’ambiente e all’economia”, spiega Juna Shehu, direttore generale di Indicam, l’associazione italiana per la tutela della proprietà intellettuale e il contrasto alla contraffazione.

Gli ultimi dati a disposizione di Indicam indicano che il mercato del falso in Italia porta a un incasso di 10 milioni di euro, oltre che a una perdita di posti di lavoro che si attesta intorno alle 70.000 unità.

Il fenomeno segue la legge di mercato: esiste e persiste perché c’è l’incontro tra la domanda e l’offerta.

“La campagna contro la contraffazione di Unifab è iniziata ieri, giovedì 10 luglio, e andrà avanti fino a agosto su tutto il Sud della Francia”, interviene Delphine Sarfati-Sobreira, direttrice generale dell’Union des Fabricants (Unifab) francese. “Siamo consapevoli che molti turisti francesi si recano a Ventimiglia proprio al fine di comprare prodotti contraffatti e da qui nasce l’esigenza di fare informazione, proprio sul posto”.

Nel mirino i contrabbandieri di orologi, borse, cinture, vestiti, ma anche le attività di parruccheria, in quanto non conformi in materia di sicurezza igienica.

“Si tratta di un ulteriore tassello che va aggiunto alla già in auge lotta alla contraffazione, doverosa e necessaria in questo territorio perché Ventimiglia non è una città dove si può comprare il falso, ma una città autentica”, prende la parola Dario Trucchi, presidente della Confcommercio locale. “La sensibilizzazione delle volte è più importante della repressione stessa. Negli anni passati il fenomeno, a mio avviso, era molto più ampio rispetto a oggi, ma rimane comunque molto lavoro da fare.”

Riprende Sergio Scibilia: “In questo periodo c’è stato un cambiamento nell’attività delle forze dell’ordine: ciò ha portato a sequestri giornalieri e sta portando, a quanto si evince dalle prime verifiche sul posto, alla riduzione della presenza dei venditori, della quantità di materiale presente e alla modifica della tipologia di materiale: a oggi gli ambulanti preferiscono vendere oggetti più piccoli e facilmente nascondibili”.

L’iniziativa odierna è stata a carico di Confesercenti e Confcommercio, tuttavia nel corso dell’evento è stato annunciato che l’amministrazione ventimigliese ha deciso di dedicare una giornata istituzionale al fenomeno. A breve, dunque, si terrà un secondo appuntamento per la sensibilizzazione alla contraffazione, alla presenza della giunta comunale e delle massime autorità.

“Oggi stiamo combattendo non il piccolo venditore di merce, ma l’organizzazione criminale che vi sta dietro: da parte nostra serve unirsi. Si tratta di una battaglia di civiltà innanzitutto, ma anche di legalità”, conclude Scibilia.

Le interviste complete a Sergio Scibilia, Delphine Sarfati-Sobreira e Juna Shehu nel video-servizio a inizio articolo.