Riviera Time ha incontrato Carolyn Hanbury, vedova di Sir Simon Hanbury, pronipote del fondatore dei celebri giardini botanici di La Mortola, Thomas Hanbury.
Carolyn ha raccontato ai nostri microfoni il suo ruolo di ambasciatrice informale del giardino e diversi aneddoti di famiglia: “Mio marito Simon era molto contento quando venimmo a vivere qui nel 1995. Purtroppo gli fu diagnosticato un cancro nel 1996 e tornammo in Inghilterra. Un anno dopo la sua morte, sono tornata per adempiere a tutto ciò che avevamo pianificato. Per me non è stato soltanto terapeutico essere qui per continuare i suoi sogni, ma anche un grande privilegio vivere in un tale paradiso“.
L’attuale attività di Carolyn adesso è quella di intermediaria tra le università inglesi e italiane, oltre alla Società Reale di orticultura e la gestione dell’archivio da condividere con ricercatori, studenti e ospiti del giardino.
“Ammiro la determinazione di Dorothy (nonna di Simon) nel voler salvare il giardino dopo la guerra. Rimase vedova a 49 anni con due grosse proprietà da gestire: una in Inghilterra e una qui a La Mortola. Senza la possibilità di portare fondi dall’Inghilterra, dovette vendere i beni di Hanbury per restaurare il Palazzo e il giardino, che fu riaperto grazie ai suoi sforzi nell’ottobre 1947. Morì nel ’72 ed è un peccato che non riuscì a vederlo nelle mani sicure dell’Università di Genova, poiché distante da Roma non fu facile trovare la giusta gestione”.
Ci confessa inoltre il suo attuale desiderio di dare al parco un capo giardiniere, in grado di coordinare meglio l’enorme lavoro di manutenzione e cura necessari per la prosperità e la armonia dei giardini.
Tra le ultime attività, Carolyn ha contribuito alla produzione di un film, con lo scopo di divulgare la realtà e la bellezza del parco, prediligendo un mezzo che possa esaltarne la visibilità, rendendo il giusto riconoscimento ai suoi predecessori e alla storia che si nasconde tra i colori e la vita dei giardini: “Dorothy scrisse nel suo diario: ‘Voglio che La Mortola sia ricordata come un’amica intima e amata, piena di vita e di colore, non soltanto come un elenco di piante”, conclude.