Ieri, gli alunni del liceo statale Aprosio di Ventimiglia hanno avuto la possibilità non solo di visitare lo splendido Giardino Botanico Hanbury con le sue peculiarità naturalistiche uniche ma, grazie anche alla partecipazione della biologa marina Monica Previati, i ragazzi hanno passeggiato lungo la spiaggia dove terminano i giardini e inizia l’Area di Tutela Marina (ATM) di Capo Mortola, imparando così a riconoscere quello che il mare restituisce.
Il progetto è stato realizzato dall’ASD Pianeta blu di Luca Coltri grazie al sostegno dell’associazione monegasca Let’s free the SEA, di Valentina Agnesi e al supporto dei Giardini Botanici Hanbury e dell’amministrazione comunale.
“Partire dal percorso dei giardini per arrivare al mare, parlare di piante terresti e marine, implementare quella consapevolezza che tutto è collegato, la terra con il mare, l’uomo col pianeta. È stato questo principalmente il senso della giornata”, racconta l’ideatore Luca Coltri. “Il progetto”, prosegue Coltri, “non sarebbe stato possibile senza il contributo dell’associazione monegasca Let’s free the SEA, di Valentina Agnesi, un’associazione che ha lo scopo di salvaguardare il mare attraverso azioni concrete ed educative e che ha finanziato l’iniziativa offrendo agli alunni anche un piccolo momento di svago con un rinfresco sotto la pineta. Inoltre, un grazie va al prof. Mauro Mariotti, dell’Università di Genova, direttore dell’area protetta regionale dei Giardini Botanici Hanbury, che include anche l’ATM ed è ente gestore della ZSC Fondali di Capo Mortola e San Gaetano. Infine, si ringrazia la biologa Monica Previati che ha accompagnato gli studenti lungo la spiaggia dove si affacciano i giardini in una vera bio-passeggiata spiegando ai partecipanti come riconoscere quello che si trova comunemente sulla battigia”.
“Dobbiamo imparare a vivere il mare in un modo diverso”, spiega la biologa Monica Previati, “e per farlo dobbiamo imparare a conoscere e a riconoscere la bellezza che ci circonda. Ventimiglia ha un patrimonio marino meraviglioso, caratterizzato da estete praterie di Posidonia oceanica, coralli e gorgonie coloratissimi e specie marine straordinarie che dobbiamo tutelare. Ma la tutela dei luoghi parte dalla conoscenza e dalla consapevolezza del patrimonio naturale di cui siamo custodi, soprattutto quando si parla di mare. Il territorio marino infatti è ancora il luogo meno esplorato sulla terra e il legame inestricabile che ci lega al mare è ancora poco riconosciuto. Manifestazioni come queste servono proprio a sancire questo legame e a far percepire ai partecipanti quanto la nostra intera esistenza sia fortemente legata al mare”.
“Queste manifestazioni”, conclude il professor Mariotti, “sono fondamentali perché danno quello spunto, soprattutto con le nuove generazioni, per parlare dell’importanza delle aree marine protette nel contenimento della perdita di biodiversità e nel perseguire tutela e conservazione. Dobbiamo far raggiungere ai giovani, e noi con loro, la consapevolezza del fatto che siamo parte degli ecosistemi in cui viviamo e non ospiti esterni, o peggio ancora proprietari”.
E proprio con un momento di lettura sotto la pineta dei giardini, si è conclusa la giornata di ieri. La presidentessa dell’associazione monegasca Let’s free the SEA, Valentina Agnesi, ha infatti letto alcuni brani dei libri per ragazzi (e non solo) che ha da poco pubblicato con la casa editrice Skira. “Un momento”, racconta Agnesi, “non solo per leggere insieme agli alunni le avventure di ICE un orsetto polare che si trova a dover affrontate la crisi climatica e l’inquinamento da plastica, cercando insieme ai suoi amici una possibile soluzione. Leggere e commentare i libri insieme”, conclude Agnesi, “è stato anche un momento per dimostrare loro che la salvaguardia dell’ambiente, e soprattutto del mare, ha bisogno anche del loro ingegno, del loro talento e delle loro capacità e che si può (e forse si deve) parlare di salvaguardia dell’ambiente in modo e con linguaggi diversi, perché tutto possano capirlo e insieme agire per un futuro migliore”.