flavio di muro

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa del sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro.

“Questa mattina finalmente abbiamo annunciato la formalizzazione, dopo mesi di lungo lavoro, del contratto di prestito flessibile con il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti da 700.000 euro per la realizzazione delle due rotatorie stradali e delle rampe corso Genova, fondamentali per l’accesso al nuovo parcheggio da oltre 1.000 posti sulle aree ferroviarie.

Per tutta risposta, il consigliere Panetta, invece che accogliere favorevolmente la notizia, hanno replicato con toni ed accuse francamente incomprensibili ed inaccettabili. Afferma in particolare che quando questa amministrazione si è insediata il progetto esisteva: nessuno lo ha mai negato, ed infatti con il post “incriminato” non ho certo detto il contrario. È innegabile però che mancassero le risorse per realizzare l’opera, nonostante il contributo della Regione Liguria di 6 milioni di euro, e questo è un fatto che non può certo essere smentito. È apprezzabile progettare opere importanti ma occorre anche finanziarle, altrimenti sono costrette a rimanere solo su carta. Inoltre, la precedente delibera sul prestito flessibile era rimasta lettera morta, inattuata, nonostante l’allora amministrazione, di cui Panetta era assessore all’urbanistica, rimase in carica ancora molto tempo dopo. Questa amministrazione l’ha rifatta, riguardando anche altre opere, approvandone un’altra in Giunta, necessaria per l’aggiornamento dei prezzi dell’opera.

Comunico inoltre a Panetta (e, per interposta persona, al dott. Prestileo) che lo strumento del prestito flessibile era già a mia e nostra conoscenza, utilizzato anche in molti altri comuni italiani. Stiamo ragionando, inoltre, anche sullo strumento del credito sportivo e, visto il tono delle polemiche di oggi, lo dico prima così non mi si dirà che ho copiato il compitino.

Infine, non vi è stata alcuna bocciatura della domanda da parte di Cassa Depositi e Prestiti ma normali interlocuzioni tra le parti che devono sottoscrivere un contratto da ben 700.000 euro. Nella fattispecie, per dovizia di particolari, CDP richiedeva espressamente, e veniva trasmessa tempestivamente, l’autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e la delibera di giunta di cui sopra. Poteva essere fatto tutto prima e meglio da chi mi ha preceduto? Probabilmente sì, ma non è stato fatto perdendo tempo prezioso. Ribadisco per l’ennesima volta un concetto fondamentale: le opere pubbliche sono di tutti, e bisogna smetterla con la rivendicazione della paternità delle stesse”.