Sono passati due mesi dalla violenta alluvione che si è abbattuta sul Ponente Ligure, il basso Piemonte e la vicina Francia. In valle Argentina i danni sono stati considerevoli, la viabilità principale è stata messa in ginocchio ed il fragile territorio duramente colpito.
I sindaci hanno combattuto con le unghie e coi denti con tutti i mezzi possibili, e a due mesi la viabilità è stata rimessa in sesto liberando dall’isolamento i tanti bei borghi della valle.
Nel comune di Montalto Carpasio, il sindaco Mariano Bianchi parla di questo 2020 come “l’anno terribilis, iniziato leccandosi le ferite delle allerte rosse di fine 2019, proseguito col covid ed infine l’alluvione. Il comune di Montalto Carpasio è stato quello che ha subito meno danni, stimati attorno ai 450 mila euro“. Riguardo alla vecchia strada che conduce a Molini, nuovamente inagibile, il sindaco ci dice che sia il comune che la provincia si stanno muovendo per poterla riaprire, sia per la bellezza turistica sia perché il tracciato è un utilissimo collegamento in caso di emergenza.
Il comune di Triora ha sofferto inizialmente ben dieci giorni di isolamento, ed ora ci riferisce il sindaco Massimo Di Fazio: “Andiamo avanti con i piedi di piombo, cercando di fare le cose più urgenti perché il comune non può affrontare la spesa di 3 milioni e mezzo di euro dovuti dai danni. A breve speriamo di poter rimuovere il limite di tonnellaggio sulla frana in modo da poter nuovamente garantire l’accesso ai camion al territorio”.
Il comune di Molini di Triora, con i suoi 13 milioni di danni, risulta il territorio più duramente colpito. Il sindaco Manuela Sasso si trova impossibilitata ad agire: “Un grande comune potrebbe anticipare i soldi e recuperarli in seguito, qui invece non possiamo fare nulla se non aver dirottato soldi previsti per interventi del prossimo anno in azioni immediate, ma è poca cosa. I danni sono importantissimi e riguardano il vivere quotidiano: acquedotti, fognature, danni ad abitazioni e la frazione di Gavano che è tuttora isolata. Dallo stato sono giunti alla Regione 7 milioni, ma non bastano assolutamente. Da un disastro si ricomincia, ma quando non si ha la possibilità di farlo la situazione diventa davvero dura“.