Nella tarda serata di ieri, un uomo di 86 anni è deceduto nell’ospedale di Nizza a causa dell’infezione da Covid-19. Il totale delle vittime nel dipartimento delle Alpi Marittime sale così a 13 mentre resta fermo a 12 quello dei decessi collegati al virus nel dipartimento confinante del Var.
Dallo scorso 22 marzo, il servizio sanitario francese non fornisce più il dettaglio dei contagi dipartimento per dipartimento, ma fa riferimento all’intera regione Paca (poco più di 5 milioni di abitanti) e l’ultimo dato reso pubblico, quello del 25 marzo, è di 1.927 casi positivi. Un numero che gli analisti ritengono irreale in difetto, lasciando come certo l’aggiornamento solo riguardo il numero di persone ricoverate che sono 834. Di queste, 99 sono nelle Alpi Marittime con 13 decessi complessivi, sei uomini e sette donne. Il 60% dei ricoverati è di sesso maschile, ma la percentuale sale vertiginosamente in riferimento ai casi in rianimazione: il 90% dei 22 malati gravi sono uomini.
Resta impressionante comunque il dato dei decessi complessivi dovuti al contagio, un divario impressionante rispetto ai dati che ci vengono snocciolati ogni sera dal presidente Toti per la nostra Liguria. Da noi siamo arrivati a 331 decessi (51 in più rispetto a giovedì) con 157 pazienti in terapia intensiva, rispetto ai 25 morti (uno in più rispetto a giovedì) e 55 in terapia intensiva nelle Alpi Marittime e nel Var.
La Liguria conta 1 milione e 557.000 abitanti, le Alpi Marittime (capitale Nizza) ne hanno 1.081.000, il Var (capitale Tolone) arriva a 1.076.000.
Resta da vedere come vengono eseguiti questi conteggi. In Liguria la stragrande maggioranza dei casi di pazienti deceduti presentava altre patologie, in Francia potrebbero essere conteggiati solo i casi riferiti esclusivamente all’infezione da coronavirus.
Sembra però meno discutibile il dato riguardo ai ricoverati per infezione polmonare sottoposti a terapia intensiva, il triplo in Liguria rispetto ad Alpi Marittime e Var che però hanno 600mila abitanti in più.
