Non ci sono solo sorrisi dietro alla netta riconferma di Mario Conio a sindaco di Taggia, ma anche qualche broncio e qualche mal di pancia di troppo. Come spesso succede anche nelle migliori famiglie c’è infatti un figlio scontento o che si sente poco apprezzato. I ‘figli’ offesi del buon Mario sarebbero addirittura quattro.

Chi si lamenta per un non rispetto dei tanti anni di amministrazione alle spalle, chi parla di periodo sabbatico e chi di impegni lavorativi. Una situazione non preoccupante, ma di certo neanche piacevole alla vigilia del primo consiglio comunale del Conio bis.

Ma chi sono gli imbronciati? Maurizio Negroni, Lucio Cava, Ernesta Pizzolla e Fortunato Battaglia.

Negroni, secondo i ben informati, sarebbe il più deluso. Reduce dall’assessorato ai Servizi Sociali e al Patrimonio si ritrova ‘relegato’ alla presidenza del consiglio. Nomina che si direbbe pronto a rifiutare e riterrebbe quasi offensiva dopo tanti anni da amministratore e dopo le 344 preferenze raccolte all’ultima tornata.

Insieme a lui muso lungo per Cava e Pizzolla entrambi ex assessori in sostanza non confermati dopo le urne elettorali. Cava aveva Ambiente, Società partecipate e Protezione civile, Pizzolla, dopo la rinuncia di Chiara Cerri post scranno in Regione, Politiche energetiche, Decoro, Arredo urbano e Pari opportunità. Settori che i due, almeno in parte, potrebbero continuare a seguire in prima persona, su proposta di Conio, ma da semplici consiglieri. Ecco allora i mesi sabbatici di Cava, che fino a ottobre preferirebbe non avere deleghe, e gli impegni lavorativi di Pizzolla.
Al primo, per dovere di cronaca, secondo il quadro del sindaco spetterebbero Tutela e sviluppo del centro storico, Protezione civile, rappresentanza territoriale di Taggia e Gemellaggi mentre alla seconda Decoro, Arredo urbano e rappresentanza territoriale di Arma. Soprattutto le due ‘rappresentanze’, almeno a sentirle così, suonano più come un onere che come un onore.

Mal di pancia diffuso anche per Battaglia che, forse sognava una promozione rimasta invece nel cassetto, dovrebbe rappresentare, per rimanere in tema, le frazioni oltre ad avere la poco ambita delega alla Tutela faunistica, unita ad Agricoltura e Darsena come già successo negli ultimi cinque anni ma con la novità, poco gradita, dell’assenza di portafoglio.

In attesa di sviluppi, previsti entro trenta giorni tempo utile per sciogliere le riserve, Conio ha già il suo bel da fare. Ironicamente lo invitiamo a sostituire le mele agli assessorati provando dunque ad affidare un assessorato al giorno per togliere il broncio di torno.