Che estate sarà? e quale futuro per il turismo? Lo abbiamo chiesto a Christian Feliciotto, presidente provinciale di Federturismo.
L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio tantissimi settori compreso, logicamente, anche quello alberghiero che punta ora a ripartire concretamente con l’apertura dei confini nazionali, prevista per inizio giugno, ma con una grossa incognita sugli avventori stranieri.
“Il settore si sta preparando a ripartire – spiega Feliciotto. Certo avremo bisogno di un po’ di certezze relative al fatto che venga comunicato correttamente che dal 3 giugno ci si possa spostare tra le regioni. A quel punto ci aspettiamo che le prenotazioni possano arrivare, le telefonate ci sono già. Ci saranno tanti cambiamenti e procedure in più, standard di pulizia ancora più elevati comprensivi di prodotti sanificanti previsti dai protocolli”.
Sulle prime prenotazioni: “Si tratta di turismo di prossimità, Piemonte e Lombardia. Sono clienti affezionati che conosciamo già e che non vedono l’ora di tornare. Parliamo di mercato italiano, qualche francese prova a telefonare per capire, perché loro potrebbero varcare la frontiera dal 15 giugno. Il fatto che manchino gli stranieri in questo momento non ci lascia sperare di avere i tassi di occupazione degli anni precedenti. Sicuramente i mesi di luglio e agosto avranno una buona occupazione grazie al turismo delle regioni Piemonte, Lombardia, ma anche dal resto d’Italia”.
Secondo lei si può recuperare quanto perso in questi mesi?: “Le strutture alberghiere non hanno magazzino per cui le camere perse, sono perse. Sicuramente il fatto di poter allungare un po’ la stagione ci aiuterà ad appianare le perdite, ma recuperare mesi come marzo, aprile, maggio con le manifestazioni e le prenotazioni consolidate che avevamo già sarà difficile”.
Sui costi del settore alberghiero dal personale agli strumenti necessari per rispettare le nuove regole: “La voce costo del personale è molto elevato – dice il presidente. Bisognerà fare molta attenzione e capire quanto personale servirà in base alle prenotazioni. Le grandi strutture faranno fatica perché per dare un ottimo servizio ci vuole tanto personale. Forse in questa fase le strutture un po’ più piccole, magari a conduzione familiare saranno un po’ più agevolate. Si tratta però di un libro da scrivere, in questo momento non abbiamo grandi certezze”.