Con il progresso tecnologico sono sempre di più le aziende che investono nell’innovazione, per una produzione sempre più attenta alla qualità.
Anche da Olio Roi, tra i principali produttori nel Ponente Ligure di olio taggiasco, tradizione e innovazione si incontrano con macchinari e un sistema di produzione sempre più all’avanguardia.
“La caratteristica principale del nuovo impianto è che è industria 4.0 e quindi tutti i macchinari sono collegati tra loro e questo ci permette di essere molto efficienti e attenti nella lavorazione – spiega Paolo Boeri di Olio Roi – I macchinari sono collegati ad un computer che da al responsabile del frantoio un’immagine totale della posizione delle olive di ciascun conferitore o delle nostre, il tempo di lavorazione e il tempo per la macchina successiva. È tutto molto controllato”.
Inoltre, grazie all’innovazione dell’impianto e all’utilizzo dei nuovi macchinari, si riescono a mantenere e conservare molti più profumi: “Hanno bisogno di meno acqua e di conseguenza meno lavaggio dei polifenoli che sono idrosolubili e sono la parte antiossidante dell’olio. Meno si lava la pasta, più alto è il contenuto di polifenoli che sono quelli che sviluppano la sensazione di amaro e piccante. L’amaro nell’oliva taggiasca è praticamente inesistente ma si sviluppa di più la piccantezza e il profumo a livello olfattivo”.
Da qualche anno l’azienda collabora con una giovane start-up chiamata Elaisian che ha sviluppato un dispositivo che permette agli agricoltori di controllare l’uliveto di giorno in giorno e in maniera precisa: ” È come un’antenna che controlla la temperatura e l’umidità al suolo, la si posiziona al centro dell’uliveto e poi fa da puntatore per il satellite. Vengono create tre mappe: una per la concentrazione d’acqua, una per la concentrazione di nutrimento e una per lo stress fogliare. Unendole si capisce in quali zone e come serve agire. Così riusciamo a incanalare meglio le nostre risorse”.
“Tradizione e innovazione si devono sempre unire perché tutto si evolve – continua Paolo – La macina, i fiscoli, sono da sempre una pagina molto bella del nostro lavoro ma molto ‘poetica’. Se dobbiamo pensare alla qualità del prodotto finale nulla batte l’acciaio perché la pulizia su un prodotto delicato come l’olio è importantissima. Lavorando con nuovi macchinari forse si perde un po’ di poesia ma il prodotto finale è al massimo delle sue possibilità“, conclude.