Quella di stasera poteva e doveva essere una verifica, una sorta di prova del nove riguardo il comportamento degli amanti dell’aperitivo nella prima serata di weekend della Fase 2.
Il nostro tour in alcuni dei locali simbolo della movida sanremese ha preso il via in Piazza Bresca dove si danno appuntamento i giovani ed anche i meno giovani, un luogo di ritrovo dove hanno sede anche alcuni dei ristoranti storici della città.
Valentino Papa, uno dei soci del B.I.G. ci dice: “Abbiamo riaperto con tutte le precauzioni e nel rispetto delle norme, gel, distanziamento e il nostro buon esempio. Forzatamente rinunciamo ad alcuni posti a sedere ma il numero dei tavolini rimane più o meno invariato. È una partenza un po’ al rallentatore ma l’importante era ricominciare anche se sappiamo che non sarà lo stesso come prima, almeno all’inizio”.
Valerio Vadini del 21: “Sappiamo di avere delle responsabilità ma non sappiamo ancora di preciso se avremo delle colpe, e quindi se potremmo subire sanzioni in caso i controlli verificassero assembramenti da parte dei nostri clienti. Abbiamo una clientela molto giovane e loro sono quelli che hanno dato l’esempio a tutti quando si è trattato di dover restare chiusi in casa. Ma adesso sono proprio i più giovani ad avere più voglia di tutti di tornare a socializzare, a chiacchierare davanti ad un cocktail, a scambiarsi confidenze ed emozioni. Come possiamo fare noi a dire state lontani, non togliete la mascherina se non quando bevete? È difficile, io ho la loro età ma ho la responsabilità di far andare avanti un locale il più serenamente possibile e per questo chiedo l’aiuto delle istituzioni che ci devono accompagnare in questa fase di passaggio importante per noi che torniamo a lavorare e per i nostri clienti che cercano di recuperare quei contatti reali e non virtuali cui si erano per forza abituati in periodo di lockdown”.
L’Agorà di Piazza San Siro è finito nel mirino qualche giorno fa per alcune foto scattate con i tavoli pieni di gente e con poche mascherine indossate. “Siamo stati colti alla sprovvista – dice il gestore Mario Bobone – non ci aspettavamo un’affluenza del genere già dal primo giorno di apertura. Sono dispiaciuto per quello che è successo ma per fortuna ho ricevuto comprensione da parte delle forze dell’ordine con le quali ho aperto un dialogo proficuo e educativo per il futuro. Certo, vorremmo sapere sino a dove ci possiamo spingere per far rispettare le norme di protezione ma è sicuro che noi non vogliamo certo ammalarci o che la gente si possa contagiare, sarebbe un disastro e faremo di tutto per evitare una drammatica ricaduta”.
Ultima tappa del tour in via XX Settembre da Pietro il quale ha anche avuto la sfortuna di vedersi sfondato il dehor qualche giorno fa da un’auto parcheggiata senza il freno a mano. “Pensa che avevamo più gente quando abbiamo riaperto alcuni giorni fa che questo venerdì che è di solito la sera in cui si lavora di più. Forse il grido d’allarme lanciato ovunque sui comportamenti superficiali di alcuni clienti ha fatto effetto. È un po’ quello che vogliamo anche noi, il rispetto e l’educazione da parte di tutti, un minimo di sacrificio per il distanziamento e indossare le mascherine, almeno tenerle al collo quando si beve. Noi facciamo e faremo di tutto per spiegare educatamente ai clienti come ci si deve comportare, siamo i primi a volerlo per non dover tornare indietro e magari chiudere per sempre”.