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Un saggio proverbio dice che “prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”. La Liguria da stamane non ha più un presidente. Entro l’anno, probabilmente tra ottobre e novembre si tornerà a votare. Stamane, infatti, Giovanni Toti, che si dichiara assolutamente innocente, da 80 giorni arrestato, ai domiciliari nella sua residenza di Ameglia, in quel di La Spezia, per due presunti reati, corruzione e finanziamento illecito, su cui magistrati, forze dell’ordine ed investigatori stanno indagando, ha dato le sue “dimissioni irrevocabili”. Le ha scritte a mano in una lettera, delegando il più fidato dei suoi assessori, Giacomo Raul Giampedrone (Lavori Pubblici, Infrastrutture e Viabilità) a consegnarla immediatamente all’Ufficio Protocollo e poter così procedere, in tempi brevi, a nuove elezioni. Le sue dimissioni comportano automaticamente anche le dimissioni della giunta e lo scioglimento anticipato dell’intero consiglio regionale. Da quel momento il consiglio regionale, la giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova giunta.

Le nuove elezioni dovrebbero svolgersi entro 90 giorni dalle dimissioni, ma in realtà, visto che si è alla vigilia di agosto, ferie, riapparire del Covid, maretta tra i partiti del centro destra, imprevisti vari potrebbe servire maggior tempo. Sarà la Procura a decidere cosa fare, come procedere anche nei confronti di altri big indagati a partire dall’imprenditore ed ex patron del Genoa, Aldo Spinelli, l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, delle notti magiche a Montecarlo, degli incontri su mega yacht, degli spot elettorali, pagati da Esselunga, trasmessi in cima al grattacielo di Genova su maxi schermi di quella che un tempo si chiamava Terrazza Martini, sede di incontri culturali, e che oggi ha il nome di Terrazza Colombo, di proprietà dell’ex senatore ed editore di Primocanale, Maurizio Rossi, ed altro ancora.

Con le dimissioni di Toti è finita un’era, si apre una fase nuova per la Liguria? In questa intervista lo abbiamo chiesto al vicepresidente della Commissione Bilancio della Regione, Enrico Ioculano, consigliere del PD, già sindaco di Ventimiglia. “C’era maretta tra i partiti, per la sinistra un’occasione che non deve essere sciupata – ha detto – se ci uniamo con chiarezza, serietà, competenza sui programmi, sulle cose che bisogna davvero fare, basta promesse al vento, in tempi brevi a partire dalla sanità, lavoro, trasporti, sociale, scuola, grandi opere necessarie, insomma fare tutto il contrario di chi c’era, possiamo farcela. Possiamo tornare al timone della Liguria”. Ioculano ha le idee chiare, bisogna vedere il suo partito regionale e nazionale. Toti si è dimesso perché si è sentito abbandonato dai leader dei partiti di governo. A partire dalla Lega, da Salvini. Non è sufficiente quello che ha detto Rixi, l’uomo forte genovese: “Fallimento della democrazia” o il “Grazie Giovanni” del vicepresidente della Regione, l’imperiese Alessandro Piana (Lega). Anche per il terzo uomo fidato di Toti, l’assessore Marco Scajola, le accuse, le dimissioni rappresentano una Caporetto della democrazia. Per Donzelli (Fratelli d’Italia) “Toti in 9 anni di presidenza ha rilanciato la Liguria”. Per Tosi e Ugolini (M5S) “era da maggio che chiedevamo che Toti si dimettesse”. Lapidaria la Schlein: “La Liguria era ai domiciliari con lui”. Un fatto è certo, anche se Claudio Scajola ha dichiarato: “È l’epilogo di una vicenda ingiusta”.

La verità è che Toti ha alzato bandiera bianca per 2 ragioni precise. La prima, perché il centro destra lo ha mollato come un peso morto, la seconda perché con il suo avvocato Stefano Savi, hanno fatto due conti ed il legale ha testualmente detto che “Per noi il processo immediato ci sta bene, non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare, e con le dimissioni si può ottenere il processo più velocemente, chiarire la nostra posizione, senza dover rimanere ancora due, tre anni sulla graticola”. Il quesito, il tormentone dei prossimi mesi sarà “chi vincerà le prossime elezioni? Chi sarà il dopo Toti, il nuovo presidente della Liguria?” Difficile dirlo. Possiamo azzardare due nomi e cognomi: l’ex sindaco di Sanremo, rimasto disoccupato da pochi giorni politicamente ed amministrativamente, Alberto Biancheri e l’inossidabile, il politico kryptoniano – come Superman, forgiato nell’Universo DC derivante proprio dall’esplosione di Krypton – l’inaffondabile, preparato, pluriministro di Berlusconi, ma di scuola Taviani-Andreotti, attuale sindaco del Comune di Imperia e presidente della Provincia, Claudio Scajola. Per i suoi meriti, dinamicità, intelligenza e coraggio politico uno dei pochi italiani premiato con la “Legion d’onore”, la più alta onorificenza della Francia, istituita nel 1802 da Napoleone Bonaparte. Per il re del ranuncolo sarà difficile batterlo.