giovanni toti - lettera dimissioni

L’inchiesta sulla corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è ormai alle battute finali. Nelle ultime ore, Toti ha deciso di dimettersi, una mossa che potrebbe consentirgli di chiedere la revoca degli arresti domiciliari.

A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo della Regione è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Giampedrone su delega dello stesso Toti.

Se quest’ultimo venisse scarcerato nei prossimi giorni, potrebbe così anticipare una eventuale richiesta di giudizio immediato da parte della Procura.

Ieri sono stati sentiti gli ultimi testimoni e si sarebbero concluse le analisi forensi dei telefonini e dei dispositivi sequestrati quasi tre mesi fa. Ora la Procura valuterà il da farsi per Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini. Tuttavia, una decisione non potrà arrivare prima di martedì, poiché lunedì scadono i termini per Toti per presentare un eventuale ricorso al Riesame per la seconda custodia cautelare. Giovedì scorso, infatti, Toti ha ricevuto una nuova ordinanza per finanziamento illecito.

La vicenda riguarda gli spot elettorali trasmessi sul maxi schermo di Terrazza Colombo (di proprietà dell’ex senatore Maurizio Rossi, editore di Primocanale) e pagati da Esselunga in cambio della velocizzazione delle pratiche per l’apertura di nuovi supermercati nella regione.

La lettera

“Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria”. Scrive Giovanni Toti nella lettera con la quale ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida della Liguria questa mattina.

“Mentre viene resa pubblica questa mia lettera – aggiunge Toti – che ho pregato il mio difensore, avv. Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al Presidente facente funzione della Giunta e al Presidente dell’Assemblea Legislativa per tutti gli adempimenti di legge. Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro”.

“Si apre per tutti una fase nuova, agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada. Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico”, conclude.

Il post-Toti

In questo scenario, si profilano elezioni anticipate, in autunno.

Il primo partito a rompere gli indugi è stato la Lega, con Alessandro Piana e Sonia Viale, i primi due candidati certi al consiglio in vista delle elezioni regionali del post-Toti.
È aperto quindi il confronto sulla successione. Proprio oggi era programmata la seduta di Piana con i vertici del centrodestra. La Lega punta alla guida della Regione, ma non è ancora chiaro se con un civico o con un politico di lungo corso.

Ieri la lista civica di Toti ha cambiato nome durante il consiglio regionale passando da ‘Cambiamo con Toti presidente’ a ‘Lista Toti Liguria’.