“Dopo il successo della stagione autunnale 2021 dove abbiamo ospitato tanti personaggi prestigiosi come Stefano Zecchi, Oscar Farinetti, Massimo Inguscio, Mariolina Venezia, Marco Malvaldi, Franco Forte solo per citarne alcuni, presentiamo i primi due mesi di una nuova prestigiosa stagione di incontri, che ci accompagneranno tutto l’anno. I Martedì Letterari rappresentano un forte momento di coesione con la città e il territorio, basato sul confronto, l’approfondimento culturale ma anche sull’intrattenimento per lo spirito”, commenta il consigliere del Cda Barbara Biale. “Ringrazio il pubblico che ci segue e gli autori che compongono la nostra rassegna che spazia tra le tematiche di maggior interesse, esaminate nell’ottica della Letteratura Contemporanea. Pubblico, che è protagonista e per cui abbiamo organizzato anche incontri nel fine settimana con un orario diverso per permettere la partecipazione a chi può essere penalizzato dall’orario pomeridiano. Concludendo abbiamo volutamente dedicato l’inaugurazione al ciclo “la Cultura della legalità” che avrà il piacere di ospitare il Procuratore Nazionale dott. Federico Cafiero De Raho con il giornalista Valerio Cataldi in collaborazione con l’associazione Angeli di Pace. Un incontro in linea con la tradizione dei Martedì Letterari, che quest’anno hanno raggiunto i novant’anni di attività e di promozione del messaggio culturale”.
Martedì 22 febbraio nel teatro dell’Opera ore 17.00 l’inaugurazione della rassegna, curata da Marzia Taruffi, Responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di Sanremo, vede la collaborazione dell’associazione Oasi Angeli di Pace Odv, dell’Associazione Carta Italia. Il giornalista inviato speciale di Rai, presidente dell’Associazione Carta di Roma, Valerio Cataldi presenterà il libro “Narcotica: lungo le rotte della morte”. Interverranno Don Rito Alvarez, presidente dell’associazione “Oasi Angeli di Pace Odv” il dott. Giovanni Parapini, presidente di Rai per il Sociale. Ospite d’onore il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Federico Cafiero De Raho.
“Narcotica: lungo le rotte della morte” con la prefazione di Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della Stampa è un passaggio tra Messico, Colombia, Albania e Italia, nelle zone del narcotraffico, dove lo Stato non esiste e dove governa il crimine organizzato. Un viaggio esclusivo in territori senza regole tra le milizie di Filo de Caballos, un piccolo villaggio roccaforte della polizia comunitaria dello Stato di Guerrero in Messico, che combatte una guerra feroce contro il cartello del sud; tra i bambini sfruttati nelle coltivazioni di coca del Catatumbo in Colombia ai confini con il Venezuela dove la guerriglia detta legge.
Un viaggio che indaga sulla religiosità opportunistica della ‘ndrangheta che venera la madonna di Polsi intrecciata con quella primordiale dei messicani e del culto pagano della Santa Muerte, “protettrice dei pistoleros”.
Un viaggio che segue il filo di esistenze che cercano di sopravvivere ai margini dell’impresa più redditizia del pianeta: il narcotraffico e il suo giro d’affari calcolato in 450 miliardi di dollari l’anno. Quelli che l’antropologo Abel Barrera chiama “gli schiavi del mondo moderno”. Il libro Narcotica nasce dall’inchiesta televisiva di Raitre vincitrice del Premio “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio”, edizione 2019.
Valerio Cataldi Inviato speciale della Rai, ha seguito le rotte dell’immigrazione, è entrato in zone di conflitto armato dove detta legge il crimine organizzato come Colombia, Messico, Ecuador, Brasile; ha esplorato zone di guerra come Iraq, Afghanistan, Sud Sudan. Autore di documentari e reportage che hanno vinto premi internazionali. Ha curato mostre multimediali sull’immigrazione inaugurate dal Presidente della Repubblica a Lampedusa e alla Camera dei Deputati.
Venerdì 4 marzo alle ore 18.30 un “Maestro” della cinematografia e del teatro italiano il dott. Pierfrancesco Pingitore presenta il libro: “Confessioni spudorate. Le quattro stagioni di una donna italiana”. (Bertoni) Partecipa il dott. Carlo Sburlati.
Confessioni Spudorate. Elena è una donna. Una vera donna. Femminile, passionale, trasgressiva, ma anche materna, decisa, coraggiosa. Vive intensamente ogni attimo della sua vita, soprattutto il sentimento più profondo che l’essere umano può provare: l’amore. La sua lunga storia si snoda attraverso ben sei decenni di storia italiana, dagli anni Quaranta, devastati dalla Seconda Guerra Mondiale al 2020, soggiogato dall’epidemia del Coronavirus, passando attraverso i boom economici degli anni Sessanta e Ottanta, il terrorismo degli anni Settanta, i mutamenti sociali degli anni Duemila. Una storia personale, intima nella quale si può leggere anche la storia del nostro bel paese.
Pierfrancesco Pingitore è un drammaturgo, regista, sceneggiatore e autore televisivo italiano. Nella sua lunghissima carriera, ha regalato grandi e fortunati programmi di intrattenimento ai telespettatori, fra tutti basti citare il fatto che sia il papà del Bagaglino. Giornalista iscritto all’albo dei giornalisti professionisti del Lazio dal 1962, redattore capo del settimanale Lo Specchio, diventa autore e regista per cinema, cabaret e teatro. Nel 1965 insieme a Mario Castellacci ha dato vita alla compagnia de Il Bagaglino, firmando da questa data testi di canzoni come Avanti ragazzi di Buda e sceneggiature e regie di migliaia di spettacoli di cabaret teatrale e televisivo, ai quali hanno partecipato nomi importanti dello spettacolo italiano, tra cui Pippo Franco, Oreste Lionello, Maurizio Mattioli, Enrico Montesano, Pino Caruso, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Pamela Prati, Gabriella Ferri, Laura Troschel, Maria Grazia Buccella, Martufello, Manlio Dovì, Morgana Giovannetti, Manuela Villa, Sonia Grey, Bombolo, Valeria Marini, Carlo Frisi e il duo Battaglia e Miseferi. Dal 1997 realizza anche alcuni film tv. Nel 2013 ha vinto il Premio Acqui Storia con il libro Memoria del Bagaglino. È Commendatore al merito della Repubblica Italiana.
Martedì 8 marzo ore 16.30 nel Teatro dell’opera Mapi Danna presenta il libro: “Ti amo anche oggi non per sempre ma ogni giorno. Storie straordinarie raccontano cosa nutre o avvelena l’amore” (Sperling & Kupfer).
In questo libro Mapi Danna individua alcuni passaggi e situazioni fondamentali nella storia di una coppia – l’amore come dono o come bisogno, la tentazione del possesso e la gelosia, il tradimento, il perdono, i segreti, l’arrivo di un figlio, i ruoli, – cercando gli ingredienti degli amori che vincono il tempo e le crisi. Le confessioni di alcune coppie famose la aiutano a capire il segreto delle unioni felici: l’amore è un impegno quotidiano, un sentimento che richiede cura ogni giorno. È faticoso, forse, ma ci fa crescere perché è spinta vitale, creatività, futuro.
Maria Paola Danna, per tutti Mapi, nasce nel 1968. Ha pertanto 53 anni, 16 in meno del marito, Claudio Cecchetto, tra i Deejay più famosi d’Italia, col quale ha costruito una storia d’amore inossidabile: i due stanno insieme da più di trent’anni.
Milanese, Mapi Danna vive con la famiglia a Misano Adriatico (Rimini). Dopo un’esperienza nel mondo del giornalismo, si è dedicata alla scrittura di libri per bambini e testi scolastici . Nel 2013 ha ideato il progetto editoriale Love Books, una sorta di storytelling con racconti di storie d’amore di persone comuni che fungono da strumenti didattici per l’educazione affettiva. Il primo libro arriva invece nel 2017 quando pubblica per Mondadori “Una vita in gioco” con Chantal Borgonovo, che le è valso il premio Zanibelli 2018 e una menzione speciale al premio CONI 2018.
Il 15 marzo 2022 alle ore 16.30 Dario Salvatori presenta il libro: “Il Salvatori 2022. Il dizionario della canzone” (Iacobellieditore).
“Il Salvadori”. Oltre ventimila schede di canzoni e per ognuna titolo, autori, anno di pubblicazione, tutti gli interpreti che l’hanno registrata. Più un ampio commento storico-critico. Canzoni di tutti i tempi e di ogni nazionalità, che vanno a formare un dizionario di una vastità enorme. La prima opera reference ad abbracciare l’intero ciclo della musica registrata, toccando anche brani del Seicento e Settecento. Un dizionario utile come strumento di consultazione ma anche un appassionante libro di lettura. Un viaggio attraverso le canzoni che hanno cambiato la nostra vita.
Dario Salvatori, giornalista, critico, storico della musica. Ha pubblicato oltre quaranta libri fra saggi, biografie, reference book e pamphlet. In Rai dalla fine degli anni Sessanta, ha tenuto a battesimo centinaia di cicli radiofonici. In Tv ha lavorato molto con Renzo Arbore (L’Altra Domenica, 1976; Quelli della notte, 1985; Meno siamo meglio stiamo, 2005), oltre a numerosi programmi di cui è stato autore e conduttore, fra cui la lunga serie Famosi per 15 minuti. Attualmente conduce in radio Il Mattino di Radiouno.
Venerdì 18 marzo alle ore 19.00 “Aspettando la Milano Sanremo”, Beppe Conti presenta il libro: “Ciclismo. Gloria e tragedie. Le imprese e i drammi di un’epopea sportiva” (Diarkos).
Le imprese sportive e i drammi umani di indimenticabili campioni che hanno reso, e rendono, il ciclismo una grande epopea moderna, raccontate da Beppe Conti, storica firma del giornalismo sportivo italiano, che con la sua penna ci riporta allo storico Tour di Bartali nel 1948, alle doppiette di Fausto Coppi in Italia e in Francia, al “leone delle Fiandre” Fiorenzo Magni, alla grande meteora Baldini, al giovane Gimondi trionfatore al Tour al debutto. E ancora, ci lascerà emozionare davanti alle vittorie di Merckx, ai record dell’ora di Francesco Moser, al bis iridato di Bugno e alle scalate di Marco Pantani, ma anche di fronte ai drammi che hanno lasciato una loro impronta indelebile: l’assurda morte sulla bicicletta di Giulio Bartali e Serse Coppi, amati fratelli dei famosi campioni, la caduta di Rivière in un burrone nel corso del Tour, la tragica scomparsa di Simpson sul Mont Ventoux e di quella di Casartelli nella discesa dal Portet d’Aspet, fino alla misteriosa morte di Luis Ocaña.
Beppe Conti, giornalista e scrittore, esperto di ciclismo, opinionista di Rai Sport, ha lavorato per La Gazzetta dello Sport, Tuttosport e Bicisport, occupandosi anche di calcio e di sci negli anni magici di Alberto Tomba. Ha scritto numerosi libri (quello su Pantani è stato tradotto in giapponese) aggiudicandosi fra gli altri il Premio Coni per la saggistica. Tra le ultime pubblicazioni troviamo Le leggende del ciclismo. Da Gerbi a Pantani, tante grandi storie su due ruote (Diakos, 2020).
Martedì 22 marzo ore 16.30 nel teatro dell’Opera, Carmine Abate presenta il libro: “Il cercatore di luce” (Mondadori). Partecipa lo storico Matteo Moraglia.
Carlo ha dodici anni quando sale in Scanuppia, una montagna del Trentino, per trascorrere le vacanze estive nella baita di famiglia. I genitori non fanno che litigare, la tensione è palpabile, eppure un inatteso sollievo lo coglie quando si immerge nel dipinto appeso nella sua stanza: una giovane donna con un bambino tra le braccia. Chi sono quelle due persone? Al ragazzo pare di riconoscerle e chiede notizie alla Moma, la nonna originaria della Calabria, scoprendo che il nonno aveva conosciuto il pittore, Giovanni Segantini.
Carlo si trova così a ricostruire la trama intima e collettiva di un intero secolo, a partire dalla travolgente vicenda umana di Segantini, legata a quella della propria famiglia. Mentre è alle prese con i primi turbamenti sentimentali, il ragazzo si appassiona all’amore tra l’artista e Bice Bugatti, donna carismatica e compagna fedele, sempre al suo fianco dall’incontro a Milano agli anni in Brianza e in Svizzera.
“Quando dipinge a 2800 metri di altitudine, inspira profondamente, come se assieme all’aria volesse ingoiare la luce, riempirsene il cuore, i polmoni. E’ un cercatore di luce, Giovanni. E di luce nutre gli occhi, l’anima e il corpo. Lassù il cielo è immenso, vicinissimo. Giovanni se ne inebria. Vorrebbe raccoglierne uno spicchio e mescolarlo in tutto il suo splendore con i colori appena stesi, alla stregua della polvere d’oro che sparge sulla tela” (Carmine Abate, Il cercatore di luce).
Martedì 29 marzo alle ore 16.30, in collaborazione con la Famija Sanremasca Leone Pippione presenta il libro dello storico sanremese Andrea Gandolfo: “Storia di Sanremo. Dall’entrata in guerra dell’Italia alla Liberazione 1940-1945”.
Venerdì 1 aprile alle ore 18.30 la senatrice Elena Cattaneo presenta il libro: “Armati di Scienza” (Raffaello Cortina editore). Partecipa lo scrittore saggista Alberto Guglielmi Manzoni.
Armarsi di scienza, competere con le armi della conoscenza, non significa abbracciare una religione né deificare lo scienziato, anzi è vero l’opposto: non c’è dogma né verità che, in determinate condizioni, non possano essere messi in discussione, non c’è esperto le cui affermazioni, in forza di un malinteso senso di autorità, non debbano essere verificate e provate. Semplicemente significa riconoscere in un metodo, quello scientifico, sperimentale, trasparente e ripetibile, la modalità regina per produrre mattoni di conoscenza con cui edificare le nostre società. Solo con questi piccoli mattoni, uno dopo l’altro, verificata la solidità di ciascuno, si può crescere e costruire insieme il futuro, affinché sia migliore per sempre più persone. Questo volume prova a tratteggiare in modo semplice e senza nozionismo i contenuti essenziali della dimensione etica della scienza, del coltivarne il metodo, del rapporto altalenante tra la scienza e la politica, tra la scienza e l’informazione. I vari capitoli e paragrafi, pur conservando una linea di svolgimento unitaria, si prestano anche a una lettura “a salti” perché il lettore, scorrendo l’indice, possa scomporre e ricomporre il testo affrontando i temi secondo la priorità d’interesse (dalla prefazione).
Elena Cattaneo è professore ordinario di Farmacologia all’Università di Milano. È nota per gli studi sulla Còrea di Huntington, sulla quale lavora con l’obiettivo di rallentarne il decorso o bloccarne l’insorgenza. Il 30 agosto 2013 è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente Giorgio Napolitano.
Martedì 5 aprile alle ore 16.30, in collaborazione con l’Agedo, Francesca Vecchioni presenta il libro: “Pregiudizi inconsapevoli” (Mondadori).
Non siamo persone razziste, sessiste o omofobe, eppure ci piace tanto la nostra collega Margherita perché “è una donna con le palle”, al contrario di Carlo che «al computer è un po’ handicappato» e siamo frustrati perché “lavoriamo come n…” ma possiamo permetterci solo “cineserie”. Insomma, forse a parole non siamo discriminatori, ma con le parole?
Senza rendercene conto, siamo immersi in dinamiche linguistiche e comportamentali che rafforzano pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. Luoghi comuni, modi di dire, comportamenti automatici hanno un duplice effetto: da una parte rischiano di compromettere la nostra percezione e dunque comprensione della realtà, influenzando i nostri giudizi e le nostre scelte, dall’altra ci portano a inserire gli altri in schemi precostituiti, che restituiscono un’immagine spesso deformata, banalizzata, inadeguata, e possono innescare meccanismi escludenti.
Basandosi sugli studi di psicologia comportamentale più recenti, Francesca Vecchioni smaschera, con tono ironico e dissacrante, tutte le volte in cui senza volerlo cadiamo nella trappola degli stereotipi e ci aiuta a capire le nostre dinamiche cognitive, per individuare gli errori più frequenti in cui possiamo incorrere e quindi modificare il nostro sguardo sul mondo. (Dalla presentazione)
Francesca Vecchioni, laureata in Scienze Politiche, è giornalista, attivista dei diritti umani e consulente sulle tematiche Diversity & Inclusion. Ha fondato e presiede Diversity, organizzazione no-profit impegnata a promuovere l’inclusione. Ha ideato i Diversity Media Awards e il Diversity Brand Summit. Ha pubblicato T’innamorerai senza pensare (2015) e firmato i volumi Le cose cambiano (2013) e Maternità. Il tempo delle nuove mamme (2015). Suoi contributi e interviste appaiono sulle principali testate italiane ed estere.
Martedì 12 aprile ore 16.30 Fulvio Damele e Luca Amoretti presentano il libro: “Coccodrilli reti e cucchiai. La doppia vita delle parole del Calcio” (lab DFG).
Tutti parlano di calcio anche quando non parlano di calcio, perché il gergo dello sport nazionale, oggi più che mai, è entrato nella vita di tutti i giorni e si è preso la scena. Dal canto loro il calcio e soprattutto la sua narrazione non mancano di ispirarsi ai tanti aspetti del quotidiano. Tecnologia e moderni concetti di fruizione incalzano. E il vocabolario non smette di aggiornarsi. Ma quali sono e cosa significano le parole che si usano per descrivere una situazione o un gesto tecnico sul campo di gioco? E quelle stesse parole, fuori dal campo che significato hanno e quali suggestioni rimandano? Gli autori il giornalista Fulvio Damele e l’avvocato Luca Amoretti in “Coccodrilli, reti e cucchiai. La doppia vita delle parole del calcio” non si propongono di dare risposte definitive ma tenta piuttosto di offrire un punto di vista, strappando sorrisi e riflessioni. E lo fa proponendo con tono leggero una ricca serie di termini sia tecnici che tattici, modi di dire vecchi e nuovi, doppi sensi, accostamenti e parole in libertà.
Venerdì 22 aprile alle ore 18.30 Pino Insegno presenta il libro: “La vita non è un film” (Giunti).
Quali peripezie deve superare un ragazzo di Monteverde, nella Roma degli anni ’60 e ’70, per diventare l’uomo che sogna di essere? E come trasformare le passioni di un teenager in un mestiere concreto? Sono queste le domande che si pone un Pino Insegno alle prime armi, quando il sogno di diventare calciatore della Nazionale va in frantumi. Sono anni in cui lavorare con la voce significa doppiare film porno, anni precari, spesi alla ricerca di un equilibrio fra il senso della realtà e il bisogno di vertigine. Ma Pino sente che può e che deve arrivare lontano. Anche se ad attenderlo ci sono le porte in faccia, i troppi no. Ma imparare a trasformare un no in un sì è, in fondo, ciò che ti separa dal nome in stampatello sulla porta di un camerino del Sistina, dallo studio dei labiali di Harrison Ford, dagli applausi di chi paga il biglietto al botteghino. Pino Insegno racconta la propria vita attraverso gli incontri fugaci e le relazioni durature che l’hanno segnata, le delusioni e i momenti di gioia, lo stacco fra il tentativo di essere un buon figlio e quello di essere un buon padre, alcuni amori passeggeri e un unico amore definitivo che li ha spazzati via.
Pino Insegno nasce a Roma il 30 agosto 1959. È attore, presentatore tv, formatore accademico, doppiatore, direttore del doppiaggio. È membro fondatore delle compagnie L’Allegra Brigata e La Premiata Ditta, protagoniste di innumerevoli spettacoli teatrali e show televisivi. Da solista ha messo in scena decine di rappresentazioni e recitato nei palcoscenici più importanti, dal Sistina di Roma al Duse di Bologna, dal Nazionale di Milano al Verdi di Firenze. È stato inoltre il conduttore tv di diversi programmi di successo. Grazie all’attività prolifica di doppiatore si è aggiudicato due Nastri d’argento, i premi “Alberto Sordi” e “Manlio De Angelis”, il riconoscimento di Miglior voce maschile al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio per la sua performance in “La forma dell’acqua” (Michael Shannon). “La vita non è un film” è il suo primo libro.
Martedì 26 aprile alle ore 16.30 Riccardo Campa presenta il libro: “Novus Mundus. Mayas Aztecas Incas. Storia del nuovo e del vecchio mondo alla luce delle antiche civiltà” (Il Mulino).
Partecipa l’ambasciatore del Messico Carlo Eugenio Garcia de Alba Zapeda.
La scoperta rinascimentale della prospettiva si riverbera nell’impresa del navigante, che affronta l’Oceano tenebroso per veleggiare nelle estreme dimensioni dell’Occidente. Egli è l’antesignano del mercante, che si affida ai fastigi del condottiere, affiancato dal missionario evangelizzatore delle genti ancora sconosciute. L’interazione delle culture indigene (della cultura maya, della cultura azteca e della cultura incaica) genera la riflessione sulla guerra giusta, che le cronache dalle Indie e i commentari di riferimento ripropongono alla riflessione da quel fatidico 12 ottobre 1492, nel quale Cristoforo Colombo approda a Ispaniola. Le cronache spagnole del XVI secolo concordano nel rilevare le caratteristiche distintive delle culture precolombiane del Nuovo Mondo. Il dibattito, che s’instaura a Valladolid nel 1551, è volto ad affrontare l’aspetto più inquietante dell’amministrazione spagnola nei fertili territori dell’Estremo Occidente. La disamina ideologica si concentra sulla configurazione genetica degli indios e quindi sulle loro facoltà deliberative rispetto al diritto in vigore nell’area iberica. I trattatisti del diritto delle genti (Juan Luis Vives, Bartolomé de Las Casas, Juan Roa Dávila, Francisco Suárez, Luis de León, Juan Ginés de Sepúlveda, Martín de Azpilcueta) rispristinano la validità della tradizione giuridica europea nel multiculturalismo e nel plurilinguismo americani. Dalla Colonia alla “seconda emancipazione” dell’epoca romantica, la descrizione della vicenda politica e istituzionale dell’America Latina si confronta e talvolta si concilia con la dinamica dell’Europa continentale e degli Stati Uniti d’America. Le cosmovisioni indigene, impreziosite dall’algebra e dalla trigonometria, palesano sorprendenti affinità con il «Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo» di Galileo Galilei. La diversità di questi referenti organici dell’impianto conoscitivo delle due sponde dell’Atlantico è costituita dalla lingua e dalla scrittura, che la pone in essere nell’elegia della rappresentazione (dall’Introduzione).
Riccardo Campa (Presicce, 21 aprile 1934) è un filosofo e storico della filosofia italiano, la cui indagine teorica si è incentrata sulla relazione fra la cultura umanistica e la cultura scientifica, delineando il percorso storico della cultura occidentale, in particolare nell’ambito europeo-latinoamericano.