“Imperia al Centro” è intervenuta con una nota stampa sull’imposta di soggiorno nel comune di Imperia:
“Il Consiglio Comunale ha bocciato la proposta di Imperia al Centro di azzerare l’imposta di soggiorno nei mesi invernali o quanto meno di ridurla, rispetto ai mesi di alta stagione.
Si chiarisca che siamo d’accordissimo con l’imposta di soggiorno in sé, che porta risorse importanti da reinvestire nelle manifestazioni o per abbellire e rendere più attraente la città, come ad esempio come si è fatto con le luminarie natalizie. Riteniamo però assurda la tassa fissa per 12 mesi: se si vuole favorire l’allungamento della stagione turistica, bisogna far pagare di più i turisti nei mesi estivi, quando le strutture sono piene e i prezzi alti rendono irrilevanti i pochi euro di tassa di soggiorno, e meno nei mesi di bassa stagione, con un criterio di proporzionalità che è peraltro scritto anche nel Regolamento approvato dal Consiglio Comunale. La perdita di gettito si può gestire, se si vuole mantenerlo addirittura immutato è preferibile aumentare di 50 centesimi la tariffa nei mesi di alta stagione.
Tutti gli altri Comuni lo fanno, è un ragionamento tanto difficile da capire? Per l’amministrazione di Imperia evidentemente sì.
In bassa stagione i prezzi sono bassi e anche i pochi euro dell’imposta di soggiorno si fanno sentire. Le risposte dell’Assessore hanno prima preso di mira la Regione Liguria, accusata di fornire dati farlocchi sull’andamento turistico (Imperia è in calo nelle presenze, secondo le statistiche regionali), e poi è arrivato a sostenere che la tassa di soggiorno non influisce sulle scelte di prenotazione dei turisti, perché scoprono di dover pagare l’imposta solo quando arrivano in hotel, che secondo lui “sui portali on line non c’è scritta, perché i prezzi indicati sono al netto dell’imposta di soggiorno”.
La cosa grave non è soltanto l’atteggiamento di chiusura e la mancanza di trasparenza e di condivisione dell’Assessore, che sul tema era già stato ripreso duramente da Confindustria Imperia in sede di approvazione delle tariffe, ma, ascoltando il suo discorso al Consiglio, è allucinante quanto sia impreparato e confuso: basta aprire il principale portale on line di prenotazioni alberghiere, booking.com per verificare che l’imposta di soggiorno è conteggiata, eccome!
Negli esempi sotto riportati, relativi rispettivamente ad una casa vacanze e ad un appartamento famiglia di un resort alberghiero per 4 persone nel mese di gennaio (in cui siamo l’unico Comune a fare pagare la tassa) al costo della stanza per 5 notti si aggiungono 2 euro a notte a testa, ovvero ben 40 euro, che costituiscono nel primo caso una maggiorazione addirittura del 21%, rispetto ai 188 euro che vanno al gestore della struttura e nel secondo quasi del 15%, ben superiore al 10% dell’IVA. Forse l’Assessore accuserà anche booking.com di fornire dati farlocchi?
Se l’Amministrazione ritiene irrilevante una differenza di prezzo del 15% o del 21% rispetto ai comuni vicini, forse ha perso il contatto con il mondo reale. A volte capita, a chi sta troppo tempo a farsi i complimenti da solo davanti allo specchio…”