Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa del CimAP – Coordinamento imperiese Acqua Pubblica.
“Se si dovesse definire l’esito della IV Commissione di Regione Liguria, convocata il 20 febbraio scorso per approfondimenti in merito agli aumenti tariffari nella provincia di Imperia, da quanto emerso da alcuni organi di stampa, l’espressione sarebbe “imbarazzo”.
Per l’imbarazzo della Sub-commissaria Cecilia Brescianini lasciata sola dal Commissario ad acta dell’Ato ovest per il Servizio Idrico Integrato, Claudio Scajola, nel tentativo di dimostrare la correttezza di un’operazione che ha prodotto invece copiosi addebiti a carico della collettività ed enormi margini di guadagno a beneficio del gestore.
Imbarazzo e stupore anche tra i consiglieri presenti per aver constato, nell’abnormità di questa vicenda, la grave anomalia che gli utenti non abbiano neppure ricevuto il riguardo di essere ascoltati.
Ma i contenuti dei lavori, compresa la relazione della Sub-commissaria, sono segretati, almeno per il momento, anche al CimAP (Coordinamento imperiese Acqua Pubblica) che, unendosi alle vertenze portate avanti su tutto il territorio del Ponente ligure, aveva posto il tema all’attenzione del consiglio regionale, con un esposto inviato il 13 gennaio scorso.
Forse l’argomento spinoso delle tariffe sproporzionate, d’attualità nel dibattito pubblico, imbarazza troppo, anche per la privatizzazione della gestione del servizio idrico, con l’ingresso di Acea Molise in Rivieracqua?
In attesa di conoscere il pronunciamento dell’Autorità di Regolazione dell’Energia, Rete e Ambiente (ARERA) sulla legittimità della nuova tariffazione e dell’applicazione della retroattività, si apprende una prima mossa di Rivieracqua-Acea, con la sostituzione di 10 mila vecchi contatori per ottimizzare le misurazioni, fra i quali molti di utenze domestiche e agricole regolate ancora da un regime forfettario di tariffazione, ed oggetto di molti ricorsi. Una pratica illegittima e ben nota alla struttura commissariale, sulla quale fra l’altro anche il CimAP aveva acceso i riflettori.
Relativamente ad un uso più efficiente del servizio, la riduzione delle perdite di rete non sarebbe l’intervento prioritario e l’unica vera grande opera necessaria? Il “Sistema Roja” disperde almeno 20 milioni di mc d’acqua ogni anno, molto prima dei contatori (Aggiornamento al Piano d’Ambito, Ottobre 2023, dell’ATO d’Imperia).
Di questo passo si continua a mortificare l’esito referendario del 13 giugno 2011, quando 26 milioni di cittadini sancirono che l’acqua avrebbe dovuto essere un bene comune sul quale non fare guadagni.
Il prossimo 20 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, presenterà presso la sala stampa della Camera dei Deputati, il ricorso alla Corte europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), per garantire a tutti noi una gestione dell’acqua pubblica, fuori dalle regole del mercato, partecipata ed equa.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia”.