Non solo il problema siccità sta colpendo i produttori agricoli in primis, ma anche le bollette Tari stanno preoccupando in particolar modo gli agriturismi.
Ne abbiamo parlato con la presidente di Turismo Verde – CIA Imperia, Penelope Phillips: “Una nostra associata rischia la chiusura avendo ricevuto una bolletta di 3.700 euro di Tari, poiché l’attività è equiparata a quella di ristoranti e alberghi, ma l’agriturismo è un’impresa agricola e come da delibera del Consiglio di Stato dovrebbe avere una tariffazione diversificata”.
Infatti, evidenzia la presidente, il tutto nasce dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 01162 del 19 febbraio 2019, che
stabilisce, in via definitiva, che la tassa sullo smaltimento dei rifiuti (TARI) applicata dal Comune alle attività agrituristiche non può essere assimilata a quella delle strutture alberghiere, essendo l’agriturismo connesso con l’attività agricola secondo particolari limiti e condizioni di esercizio.
“Come agriturismi – specifica la presidente – dobbiamo corrispondere ai clienti il 70% da produzione locale, di cui il 40% della propria, che sono condizioni diverse e limitanti rispetto alle altre attività commerciali”.
La sentenza specifica che i Comuni devono dunque avvalersi di tariffe differenti per le strutture agrituristiche. “Come CIA abbiamo sollecitato più volte le amministrazioni su questa tematica, ma in molti non si sono ancora adeguati”, conclude Penelope Phillips. “Tutto questo crea un’ulteriore difficoltà in un’annata, che tra siccità e rincari, mette a serio rischio le aziende”.
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista alla presidente Turismo Verde – CIA Imperia Penelope Phillips.