Plexiglass tra gli ombrelloni. Questa l’ultima trovata di un’azienda modenese per ‘salvare’ la stagione balneare. Soltanto una delle diverse ipotesi già emerse in questi giorni per far fronte all’emergenza coronavirus sui litorali italiani. Tra le più convincenti finora: misura della temperatura all’ingresso degli stabilimenti, distanza di sicurezza tra gli ombrelloni e obbligo di utilizzo della mascherina.
A oggi però l’unica certezza per gli operatori del settore ligure è la possibilità di iniziare a lavorare sugli arenili. A sancirla il decreto firmato dal presidente regionale Giovanni Toti per l’allestimento e la manutanzione di stabilimenti e chioschi.
Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato il presidente regionale, e membro della giunta nazionale, di Fiba (Federazione Italiana Imprese Balneari) Gianmarco Oneglio.
Oneglio la stagione balneare si avvicina, qual’è la situazione attuale?
“Abbiamo appreso ieri con grande soddisfazione l’entrata in vigore della nuova ordinanza che ci permette di iniziare ad allestire stabilimenti e a fare manutenzione e sanificazione.
Detto ciò abbiamo un tavolo aperto a livello nazionale con il ministero della Salute nel quale si discuterà, dopo aver parlato e discusso delle altre categorie che hanno un rischio più basso e riapriranno prima della nostra, sul come e quando ripartiranno gli stabilimenti balneari. Con quali prescrizioni e restrizioni e con il sicuro obiettivo di dare al cliente che viene in spiaggia una struttura sicura e sana”.
Nelle ultime ore è emersa una nuova ipotesi: l’installazione di plexiglass protettivo sulle spiagge. Cosa ne pensa?
“Ho visto queste ipotesi che non sono il frutto di un tavolo tecnico di confronto governativo, ma di un’idea di una ditta di Modena che ha immaginato come, secondo loro, si potrebbe fare. Ci sono altre opzioni oltre a questa: tre metri oppure due di distanza, misurazione della temperatura e altre. La realtà è che al momento è prematuro dare indicazioni perché doverosamente dovranno passare dal comitato tecnico scientifico che terrà sicuramente conto delle esigenze di sicurezza pubblica e di quelle altrettanto giuste e sentite del poter organizzare una stagione balneare decente.
Sicuramente sarà una stagione diversa. Se metteremo il plexiglass o meno o se faremo il test a tutti quelli che entrano attualmente non lo so dire. Ora si procede per step, dalle attività a rischio più basso fino ad arrivare alla nostra. Intanto possiamo lavorare sulle spiagge per essere pronti quando si potrà aprire. Il ragionamento in generale è complicato e va fatto a 360 gradi considerando anche le spiagge libere dove la gestione sarà ancora più difficile”.
Che cosa si aspetta dalla stagione balneare 2020?
“La stagione ci sarà sicuramente. Starà a noi cercare di viverla nella maniera migliore possibile. Sicuramente sarà un’estate diversa e soprattutto nei primi mesi ci sarà paura di uscire, di incontrare gente, non ci saranno turisti stranieri, i rapporti fra le persone saranno fortemente condizionati. Credo però che il tutto durerà qualche mese e poi si tornerà alla normalità. La bacchetta magica purtroppo non l’abbiamo, bisogna rimboccarsi le maniche e la differenza la faranno quelle strutture che daranno tranquillità e sicurezza. Ora il nostro compito è preparare e agevolare il lavoro del Governo senza fare pressioni che al momento sono fuori luogo. Aspettiamo il nostro turno sapendo che arriverà”.