video
play-rounded-outline
06:05

Dopo l’attacco di squalo avvenuto in Egitto ai danni di un turista italiano, malgrado il fatto che questo sia avvenuto nel Mar Rosso, nei primi giorni del 2025 molti giornali italiani nazionali e locali, nonché molti blog, hanno pubblicato, sulla scia di quanto accaduto, una serie di articoli dedicati a questo animale e alla sua presenza nel Mediterraneo, molti dei quali, per usare un eufemismo, forse un po’ allarmistici.

Sappiamo dalla metà degli anni ’70, da quando uscì nelle sale Lo Squalo di Steven Spielberg, quanto questo animale possa catalizzare le fantasie e le paure delle persone.
Malgrado la sua fama, molto spesso la conoscenza effettiva sulla sua presenza nei nostri mari è un mistero o un argomento poco dibattuto dalla popolazione. È molto frequente la convinzione che nei nostri mari, dove nuotano notoriamente molti maestosi e meravigliosi animali, gli squali non siano presenti.

Gli squali sono presenti da sempre in tutto il Mar Mediterraneo, incluso il Mar Ligure.
Sono più di trenta le differenti specie di questo animale che nuotano nel Mediterraneo. Fra questi è presente anche il grande squalo bianco, il più famoso e temuto fra gli squali, peraltro con una popolazione stanziale, che non migra ma vive stabilmente nel Mediterraneo, contrariamente a quanto riportano spesso alcuni articoli che si sono in passato occupati del tema.

Nel Mediterraneo sono presenti due dei tre squali più grandi al mondo.
Uno è il bianco, terzo in classifica, e l’altro è lo squalo elefante, noto anche come cetorino, un animale dalle dimensioni enormi, secondo solo allo squalo balena, ma totalmente innocuo poiché si nutre di plancton.
Ne fu avvistato uno, ad esempio, nell’aprile del 2015 mentre nuotava tra la costa di Albenga e l’isola Gallinara.

Nella provincia di Imperia, ad oggi, non vi sono state interazioni significative, salvo un aneddoto riguardo a un attacco che sarebbe avvenuto a Bordighera nel 1868, segnalato dal biologo Marcello Guadagnino in una pubblicazione giornalistica.

Gli attacchi sono statisticamente estremamente rari, ma non impossibili.
I più vicini a noi, avvenuti dal 1900 ad oggi, sono stati nel 1926 a Varazze e nel 1972 nei pressi di Antibes, entrambi ad opera di uno squalo bianco.
L’ultimo attacco di squalo fatale avvenuto in tutto il Mediterraneo è datato estate 1989, nel golfo di Baratti, in provincia di Livorno.

Di tutti i fattori di rischio che riguardano la nostra vita, anche quando andiamo in vacanza o a fare il bagno in spiaggia, quello relativo ad attacchi di squalo è in assoluto uno dei più bassi che esistano.

Un incontro con questi animali è un evento veramente molto raro e non è un caso che il Mediterraneo sia una delle zone dove questo tipo di incidenti si verifica meno al mondo, nonostante la grande densità abitativa delle nostre coste.

Per quanto riguarda gli squali bianchi, si stima che in tutto il Mediterraneo – un mare comunque vasto – vi siano al massimo poche centinaia di esemplari. E questa non è una buona notizia per la biodiversità di quello che i Romani chiamavano Mare Nostrum, visto che l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha rilasciato un paio di recenti pubblicazioni in cui gli squali del Mediterraneo vengono descritti a rischio critico di estinzione.

Gli squali sono fondamentali per il mantenimento dell’ecosistema marino del Mediterraneo, la cui catena alimentare vive su un equilibrio fragile e complesso che l’assenza sempre più marcata dei grandi predatori finirebbe irrimediabilmente per rompere.