I sindacati SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL, e FIALS di Imperia e Liguria intervengono sul difficile momento che sta vivendo l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e il suo organico.
In un comunicato stampa scrivono:
“Le misure definite dal CDA della Fondazione Sinfonica di Sanremo, ossia la cassa integrazione e il fermo delle attività, sono state utili ad affrontare la prima fase di emergenza. Il perdurare della situazione complessa necessita di maggiore programmazione e condivisione delle scelte.
Dobbiamo denunciare che tutto ciò non sta avvenendo visto che, come Organizzazioni sindacali, abbiamo dovuto abbandonare il tavolo della trattativa, il 6 novembre, dato che non era presente il CDA ma solo il Direttore generale e un consulente esterno, senza potere decisionale. Lo abbiamo già detto, ma vogliamo ribadirlo che la fermata generale per Teatri e Cinema imposta dal Governo, dopo tutti gli investimenti compiuti per i protocolli di sicurezza anticovid, su un solo caso di contagio su 347 mila spettatori a livello nazionale, resta contraddittoria e assurda, pertanto riteniamo che l’ennesima applicazione della cassa integrazione in Fondazione sia un ulteriore danno; l’unica motivazione per tale scelta, ma di corta veduta, è quella economica.
I Sindacati e l’Orchestra sanno che ci sono le possibilità per continuare a suonare, con prove e concerti anche in streaming come stanno facendo la generalità dei Teatri e delle Orchestre in Italia, le soluzioni le abbiamo presentate al tavolo relazionale.
Sempre sul lato economico abbiamo chiesto da tempo, al CDA, la situazione economica della Fondazione senza aver avuto una risposta e questo è inaccettabile, visto che si parla di un Ente a finanziamento pubblico ed è contro gli accordi sottoscritti dalla Fondazione con noi. Questa mancanza di volontà a investire nell’attività artistica dell’Orchestra piuttosto che in altre attività, che vanno avanti comunque, ci fa pensare che il CDA non abbia chiaro che una Istituzione Concertistico Orchestrale ha una funzione pubblica, sociale e culturale che deve restare tale; queste istituzioni devono restare pubbliche e non diventare dei soggetti dove il business è al primo posto rispetto alla Storia della Musica e della Cultura che questa Istituzione ha la responsabilità, anche di legge, di mantenere e promuovere per il nostro Paese.
Le criticità espresse, insieme alla cronica mancanza di nuove assunzioni anche se vediamo nuovi consulenti esterni, ci portano a pensare che non ci sia la volontà di risolvere i veri problemi della Fondazione, perché il bilancio lo si costruisce con un’azione organica delle attività, tutte.
Queste ed altre problematiche le porteremo all’attenzione dell’amministrazione comunale.”