Una cerimonia solenne e sentita quella che, sulla scia del Giorno della Memoria, ha portato di fronte ad un pubblico gremito, del restaurato Teatro Cavour di Imperia, le sorelle Andra e Tatiana Bucci, testimoni della Shoah che subirono da bambine l’inferno di Auschwitz e che, di quello che successe nel più famigerato campo di sterminio nazisti, sono tutt’ora fra le testimoni chiave del funzionamento interno del lager, per quanto concerneva gli esperimenti su cavie umane.
Al centro del palco, le due sorelle sono state intervistate dalla giornalista del Secolo XIX Milena Arnaldi.
Assieme a loro, l’onorevole Emanuele Fiano, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Fossoli, ex deputato della Repubblica Italiana per il Partito Democratico e figlio di Nedo Fiano, deportato anch’egli nel lager di Birkenau ed unico sopravvissuto della propria famiglia.
Presenti anche una rappresentanza degli studenti della provincia di Imperia e le autorità della città.
“Il momento più difficile no saprei definirlo – dice Andra Bucci prima dell’inizio dell’evento, nella sala del bar del Cavour parlando con i giornalisti – furono molti. Non mi sento di definirli difficili per noi. Eravamo bambine, non dovevamo fare praticamente niente. E per bambine i tedeschi che gestivano il campo intendevano i bambini fino ai 10/11 anni. Poi gli altri erano considerati abili a lavorare e non stavano nella nostra baracca. Non posso dire che il momento più difficile sia stata la separazione di Sergio. Il fatto di non vedere più la mamma quando l’hanno spostata di campo e noi l’abbiamo pensata morta, ecco, non ricordo di aver pianto e non ricordo averla cercata, forse l’avrò anche cercata ma l’ho dimenticato”.
“È importante raccontare – sottolinea Tatiana, sorella maggiore di Andra – proprio perché non andrà dimenticato ed in un certo qual modo passare la parola ai più giovani che ci ascoltano con tanta attenzione. Sono incredibili e preparati. Quello che è successo rimarrà nella storia. Quello che è successo durante la seconda guerra mondiale non potrà mai essere cancellato. Magari cambierà modalità delle testimonianze perché non ci saremo noi testimoni, ma resterà”.
“Cosa non riesco a perdonare? Quello che i nazifascisti sono riusciti a fare”, racconta Tatiana. “Molte cose noi essendo state bambine le abbiamo elaborate crescendo e quando eravamo lì non le capivamo. A 4 anni Andra ed io 6 è difficile capire. Anche certe cose che sapevamo le abbiamo elaborato man mano che crescevamo. Non credo di aver odiato nessuno. Di aver avuto paura sì, dopo. Mai pensato di morire, non sapevamo nemmeno cosa fosse morire. Lo abbiamo imparato li vedendolo. I nostri ricordi sono dei flash”.
“Lo scopo principale della Giornata della Memoria era proprio quella di parlare ai giovani delle scuole per trasmettere non solo il racconto di ciò che è successo, ma anche di spiegare perché successe”, spiega Fiano. “Perché si istaurarono le dittature nazifasciste che portò al progetto di sterminio del popolo ebraico, dei sinti, dei rom, degli omosessuali, dei testimoni di Geova. Scoprire quello che è successo e chiedersi se quello che è successo possa riaccadere. Coloro che commisero quei crimini spaventosi non erano marziani, erano donne e uomini come noi, cresciuti nella culla della civiltà europea, colti e non ignoranti”.