Luciano Codarri, presidente della Scuola di Pace di Ventimiglia e Giuseppe Trucchi, Neuropsichiatra Infantile sono intervenuti sul tema della scuola, con particolare riferimento ai minori colpiti da disabilità.
“Durante questi mesi di lockdown, resi indispensabili dalla drammatica pandemia legata al coronavirus, e ancora attualmente i nostri ragazzi e i nostri bambini hanno dovuto rinunciare alla frequenza delle attività scolastiche con tutto quello che ciò comporta in termini di apprendimento ma ancor di più in termini di socializzazione ed affettività.
Le scuole italiane hanno messo in campo un grande impegno per attivare percorsi di insegnamento a distanza che certamente hanno ottenuto alcuni buoni risultati ma inevitabilmente non assimilabili a quanto possa essere ricavato da una normale frequenza.
In particolare alcune categorie di bambini hanno faticato ad adeguarsi alle nuove modalità di insegnamento e ci riferiamo ai bambini di età più tenera. Insieme a loro le famiglie hanno dovuto riorganizzare la vita quotidiana a volte con sacrifici veramente pesanti.
I minori che però più di tutti sono stati colpiti sono stati certamente quelli portatori di disabilità.
Vogliamo dare brevemente alcuni dati relativi agli alunni frequentanti la scuola dell’infanzia e i cicli delle scuole elementari e medie portatori di handicap nel nostro Distretto di Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera e vallate.
Parliamo di 262 minori ai quali è stata riconosciuta la attestazione di disabilità ai sensi della legge 104, dei quali 160 con disabilità più lieve e 102 con disabilità più grave.
Questi bambini e ragazzi che frequentavano la scuola con l’aiuto di insegnanti di sostegno ed educatori sono da alcuni mesi a casa, non riescono salvo rare eccezioni a sfruttare l’insegnamento a distanza e impegnano giornalmente sul piano concreto e anche sul piano emotivo le loro famiglie.
Riteniamo doveroso e urgente che gli enti locali che si apprestano ad organizzare per giugno centri e scuole estive si attrezzino per accogliere anche i minori con disabilità dotandosi dell’idoneo personale di assistenza. In attesa che riaprano le scuole pare assolutamente urgente prendere in considerazione le loro esigenze.
Sarebbe molto utile che le famiglie si facessero parte attiva per portare a conoscenza dei Comuni le loro necessità proponendo eventualmente modalità collaborative concordate e concrete. La Scuola di Pace è a disposizione per collaborare e favorire iniziative delle famiglie”.