Lo sciopero nazionale di medici, dirigenti sanitari ed infermieri non ha arrecato particolari disagi al Ponente ligure, dove sono state registrate quote piuttosto basse. Stando ai dati forniti dall’ ASL, alle ore 16:45, aveva scioperato il 9% dei dirigenti medici, quindi 29 su 312. Ancora più bassa la percentuale (appena 1%) riguardante gli appartenenti al comparto (quindi amministrativi, oss, infermieri) con 25 protestanti su 2490.
Le previsioni su base nazionale erano piuttosto allarmanti, data la cancellazione di 1,5 milioni di prestazioni sanitarie sull’intero paese, quali esami di laboratorio, gli interventi chirurgici, le visite specialistiche e gli esami radiografici. Stima proveniente da Anaao Assomed – sindacato dei medici ospedalieri – che insieme a Cimo-Fismed ed a Nursing Up avevano proclamato lo sciopero. In mattinata le organizzazioni riferivano all’ ANSA di una adesione allo sciopero che toccava l’ 85% e da Roma, il segretario Anaao Assomed Pierino Di Silverio dichiarava: “E’ una giornata storica e l’adesione dimostra che la categoria oggi dice basta e manda a dire che non siamo morti ma più vivi che mai.”
Protesta che terminerà a mezzanotte e che pone l’attenzione su temi caldi quali: assunzioni di personale, detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell’atto medico, cancellazione dei tagli alle pensioni.
Nel Ponente ligure, questa mattina, si è radunato un sit-in di protesta (composto da una dozzina di persone) in via Escoffier a Sanremo mentre, a livello regionale, era prevista una manifestazione, dalle 11:30, davanti al pronto soccorso di Villa Scassi a Genova.
Il livello di preoccupazione era piuttosto alto tra gli amministratori tanto che è stata attivata la precettazione di cinque medici e nove infermieri presso l’ospedale Galliera. Scelta ritenuta necessaria per non bloccare i servizi essenziali e di emergenza.