Riviera Time è andata alla scoperta del giardino di Libero Guglielmi, un angolo verde inaspettato situato in via Dante, a Sanremo. A guidarci è la figlia Tanya Guglielmi, che ha raccolto l’eredità botanica e filosofica del padre e ci accompagna alla scoperta di un piccolo mondo dove la natura è libera di seguire il proprio corso.
“Il ricordo più intenso sicuramente è papà che passava tantissimo tempo in questo giardino”, ricorda. “Poi aveva ricreato questo microcosmo. Dopo anni di avventure in giro per il mondo in parchi di ettari, ettari ed ettari infiniti, dove aveva libertà di fare quello che voleva, quando è tornato qui in pensione si è messo a allestire un micromondo all’interno di questo spazio veramente molto piccolo. Anche perché spesso gli chiedevano: ‘Ma io ho solo un pezzo di terra, un giardino, un balcone piccolo… non posso?’ E lui diceva sempre: ‘Qualsiasi cosa si può fare, basta avere la voglia, la passione’. E questo è il risultato”.
Una storia fatta di passione, sperimentazione e profondo amore per la terra. Un giardino che custodisce piante rare e cariche di significato, ognuna legata a un ricordo o a un’esperienza. Le scelte botaniche di Libero Guglielmi affondano le loro radici nella formazione degli anni ’40 accanto a Mario Calvino, padre dello scrittore Italo.
“Lui sicuramente era molto legato al percorso che aveva fatto con Mario Calvino, quando aveva 15 anni”, racconta Tanya. “Aveva avuto una borsa di studio allo Sperimentale qui a Sanremo, e le piante tropicali come l’avocado, l’annona, la feijoa, che si trovano in questo giardino, vengono da quell’esperienza. Anche la Dalia Imperiale viene da lì. È diventata ormai un albero, perché poi negli anni muta, si trasforma questo giardino. La sua idea era proprio quella: una volta messe le piante, tu le lasci libere di crescere come vogliono, dove vogliono. E a volte ci sono, alcuni anni si presentano, alcuni anni non si presentano neanche… però sono libere di fare come più gli pare”.
Durante le visite guidate, Tanya ama mostrare alcuni angoli significativi del giardino che racchiudono alcune storie di memoria, come l’avocado. “È un avocado di Mario Pallino, quindi affettivamente molto legato a lui”, spiega. “Tante delle sue conoscenze provenivano da lì e dal progetto immenso che avevano fatto negli anni ’40 di trasformare Sanremo e l’entroterra in una coltivazione di avocado, cosa che purtroppo non sono riusciti a fare. Cioè, negli anni ’40 sono usciti e poi pian pianino si sono andati perdendo. L’altra meraviglia è l’equiseto, che è una pianta assolutamente piccola, forse un po’ insignificante, ma nasce nella preistoria. Papà amava mostrarla perché ha tante virtù terapeutiche. Oltretutto esiste dalla notte dei tempi”.
Infine, Tanya offre uno spunto di riflessione per le nuove generazioni. “Rallentare, secondo me, è estremamente importante. Perché a volte uno è talmente preso dalle cose che fa da non rendersi conto di quanta bellezza ha intorno. E la bellezza, come diceva sempre lui, sta nelle piccole cose. Sta in quelle cose che a volte uno passa, non nota. Poi, dietro quel non notare, c’è tutto un mondo che si apre. Quindi il messaggio che lui portava avanti tanto nelle scuole era proprio quello di portare i bambini a rimettere le mani nella terra e riassaporare quella sensazione di fare parte di qualcosa. Perché in fondo dalla terra veniamo, e il nostro ambiente naturale dovrebbe essere più legato alle piante che non, come diceva lui, alla tecnologia. Lui per ‘tecnologia’ intendeva il virtuale. C’è tanta bellezza nel reale da non aver bisogno di fuggire”, conclude.
Le immagini del giardino e l’intervista completa a Tanya Guglielmi nel video servizio a inizio articolo.