Complice anche una giornata tipicamente autunnale, oggi sono andate in fumo le speranze di una presenza di pubblico maggiore del solito tra i banchi del mercato ambulante del martedì a Sanremo.
Poca gente, più o meno quanta ce n’era sabato scorso quando la Liguria era ancora in fascia arancione e quindi condizionata dal divieto di spostamento tra comuni se non per conclamata necessità. Oggi, dopo due giorni di ritorno in fascia gialla, la situazione non mostra segni di miglioramento. E poco prima delle 13 i commercianti chiudevano i loro banchi.
“Questa mattina non abbiamo percepito la differenza tra i colori arancione e giallo – dice Fabrizio Sorgi coordinatore regionale Fiva (Federazione Italiana Venditori Ambulanti) Confcommercio – e per noi commercianti il vero problema riguarda il divieto di spostamento per le regioni vicine e per la Costa Azzurra. Sul ritorno dei francesi tutto dipende dalle prossime decisioni, loro al momento si possono muovere nel raggio di 20 chilometri, speriamo che questo limite venga tolto presto per riavere i nostri clienti francesi”.
Eppure, girando tra le bancarelle qualche parola in francese si sente…
“Si ma è una rarità, per noi sentire parlare francese o altre lingue straniere significa sostentamento, ma anche piemontesi e lombardi delle seconde case in questo periodo erano ossigeno. Purtroppo dobbiamo aspettare tempi migliori e già oggi, pur nel molto poco che c’è, sembra un po’ meglio di sabato scorso. Magari anche soltanto per sentirsi liberi di uscire dal proprio comune e approfittare per farsi un giro al mercato di Sanremo. Ma nulla a che vedere con i nostri incassi pre-coronavirus”.
“Personalmente – spiega Sorgi – trovo beneficio psicologico alzarmi presto e partire per fare il mercato, essendo autorizzato a muovermi tra i comuni e poter scambiare due chiacchiere con i colleghi funziona come terapia contro l’isolamento. Ma abbiamo anche sperato di far parte del ‘decreto ristoro’ ma al momento non sappiamo nulla. Capisco anche le difficoltà del Governo che ogni giorno si trova un nuovo settore da ‘ristorare’ quando invece sarebbe molto più semplice togliere tasse e balzelli. Quindi io dico: meno tasse e meno ‘ristori’”.
All’interno dell’attiguo mercato annonario pochi clienti e pochi affari.
“Nessuna differenza sostanziale tra oggi e la settimana scorsa – conferma Claudio Panizzi che ha un banco proprio nel centro della struttura – la gente è timorosa, francesi pochissimi, sul passaggio ormai non ci contiamo più. Per fortuna restano i clienti locali che ci aiutano ad andare avanti”.
“Forse nei prossimi giorni la gente tornerà alle vecchie abitudini ma oggi anche il tempo non ci aiuta e se non vieni in scooter è difficile trovare parcheggio qui intorno. Vedo anche che i prezzi non sono cambiati, ci sono banchi che hanno merce di qualità superiore ed altri che invece sono più popolari, non è certo la scelta che manca qui all’annonario”.
La ristrutturazione profonda del mercato coperto piace salvo qualche inevitabile mugugno.
“Diciamo che vedere un miglioramento rispetto a prima era un compito abbastanza facile – dice Panizzi – conta molto vedere l’ordine e la pulizia. Speriamo solo che si possa permettere lo spostamento tra regioni, abbiamo bisogno dei proprietari delle seconde case e dei francesi, oltre che di fare chiarezza e uscire dalla confusione che c’è tra la gente riguardo le misure contro la diffusione del Covid”.