Torna anche quest’anno ‘Sanremo in Fiore’, il corso fiorito in programma per domenica 10 marzo 2019. “Santuario Pelagos… un Mare da amare” il tema dei 14 carri dei Comuni partecipanti che, dopo molti anni, vedono il ritorno della città di Imperia.
L’obiettivo è quello di valorizzare e far conoscere la straordinaria risorsa rappresentata dai cetacei presenti nelle acque antistanti il Ponente ligure. Grazie a particolari condizioni oceanografiche, la zona vanta infatti la più alta concentrazione di cetacei di tutto il Mar Mediterraneo e rappresenta il cuore dell’area marina protetta istituita nel 1999, su proposta dell’istituo Tethys, da Italia, Francia e Principato di Monaco.
“È un tema molto importante e vario. L’obiettivo era quello di fare una diretta Rai che potesse parlare della nostra destinazione, delle opportunità che il Santuario Pelagos può offrirci, come destinazione turistica riservata anche ad un’ampia platea ma anche ad una nicchia di persone interessate all’argomento”, spiega l’assessore alle Manifestazioni di Sanremo Marco Sarlo.
Questa mattina, durante la conferenza stampa, l’assessore Sarlo ha svelato i 14 temi destinati ai Comuni. La stesura degli argomenti ha visto la partecipazione e collaborazione della Capitaneria di Porto, rappresentata dal comandante Giorgio Coppola che commenta: “Il mare come filo conduttore, sicurezza in mare, salvaguardia dell’ambiente marino e costiero sono i temi strettamente legati a quelli che sono alcuni dei compiti della Guardia Costiera, per salvaguardare quelle che sono le bellezze naturali delle nostre coste e del nostro mare ma anche per evidenziare quali sono i compiti della Guardia Costiera”.
Un’edizione che gode anche della collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano. Il Santuario Pelagos e i cetacei sono infatti un tema molto caro al FAI: “Il Santuario Pelagos nel 2016 è entrato a far parte del censimento dei ‘Luoghi del Cuore’. Nel Ponente ligure c’è stato un grosso movimento di interesse verso questo luogo da tutelare e salvaguardare. In questo triangolo di mare vivono in modo stanziale dei cetacei”, spiega Deanna Mangatia, della delegazione FAI provincia di Imperia.
Questi i temi dei carri:
1) Whale watching nel Santuario Pelagos: la balenottera comune – Santo Stefano al Mare
Con i suoi 24 metri di lunghezza è il più grande animale della terra, secondo solo alla
balenottera azzurra. Unico misticete (con i fanoni al posto dei denti) regolarmente avvistato
nelle acque del Santuario Pelagos, si nutre di gamberetti lunghi circa due cm, mangiandone circa due tonnellate al giorno.
Predilige le acque pelagiche e la si può avvistare tutto l’anno, a partire da una decina di miglia dalla costa. II periodo di maggior concentrazione nelle acque del ponente ligure è però l’estate quando se ne possono contare a centinaia. Animale simbolo del Santuario e obiettivo di tutti gli appassionati di whale watching. Tipicamente solitario, si associa ad altri individui solo occasionalmente.
2) Whale watching nel Santuario Pelagos: il capodoglio – Taggia
Vero e proprio campione di apnea, è in grado di raggiungere i 3000 metri di profondità e
restare quasi tre ore senza respirare. E’ il più grande predatore della terra, con i maschi che possono raggiungere i 18 metri di lunghezza e le 50 tonnellate di peso, mentre le femmine non superano gli 11 metri. Nelle acque del Ponente ligure lo si incontra a pochissime miglia dalla costa, lungo la scarpata continentale. Si nutre sopratutto di calamari e nel Santuario predilige una specie non commerciale, I’ Histioteuthis bonnelli, lunga circa 30 cm, dal colore rossastro e dallo sgradevole sapore di ammoniaca. Nel Santuario si trovano quasi esclusivamente giovani maschi solitari o in piccoli gruppi. A differenza della balenottera comune tira sempre fuori l’immensa coda prima di immergersi, regalando forti emozioni a chi ha la fortuna di incontrarlo.
3) Whale watching nel Santuario Pelagos: la stenella striata – Isolabona
E’ il delfino più abbondante del Mediterraneo e anche del Santuario. Lo si trova un po’ ovunque in gruppi che vanno tra i 10 e gli 80 esemplari e nel Santuario in estate se ne contano quasi 40.000. Si nutre di pesci, cefalopodi e crostacei adattandosi alla disponibilità delle prede. E’ uno degli incontri più emozionanti, perché amano farsi spingere dall’onda di prua creata dalle barche e spesso sembrano esibirsi in mirabolanti salti.
4) Whale watching nel Santuario Pelagos: la tartaruga marina – Ventimiglia
Durante le uscite di whale watching un altro animale che tutti amano osservare è la tartaruga marina, un rettile che si nutre prevalentemente di meduse. Proprio per la sua dieta è forse la specie più colpita dall’inquinamento della plastica in mare, perché molti esemplari finiscono con l’ingoiare sacchetti di plastica o palloncini che causano diverse complicanze, e in alcuni casi Ii conducono alla morte.
5) Whale watching nel Santuario Pelagos: il pesce luna – Cipressa
È il pesce osseo più grande al mondo e può superare i 4 metri di altezza e le due tonnellate di peso. Si vedono in superficie soprattutto in maggio e all’inizio dell’estate, quando il mare è letteralmente ricoperto dalle barchette di San Giovanni (Vele/Ia ve/e/Ia), colonie di organismi simili a piccole meduse. I pesci luna salgono infatti in superficie e ne mangiano a volontà tirando completamente fuori la testa. La forma particolare di questo pesce e il fatto che spesso la pinna dorsale dondoli da una parte all’altra ha conferito a questa specie il nome di pesce ubriaco.
6) Whale watching nel Santuario Pelagos: la mobula o diavolo di mare – Ospedaletti
Un altro incontro emozionante che si può fare nelle acque del Santuario è quello con Ia grande mobula. Si tratta di uno squalo piatto, parente stretto delle manta vere e proprie a cui somiglia molto, la cui presenza nell’area è molto aumentata negli ultimi anni. Può raggiungere i 5 metri di “apertura alare” e nonostante la mole la si può ammirare in mirabolanti salti fuori dall’acqua. Gregaria e pelagica, la mobula si nutre di planctonici e piccoli pesci, che cattura filtrando l’acqua. E’ considerata una specie minacciata d’estinzione in Mediterraneo a causa delle catture accidentali nelle reti da pesca.
7) Attività sportive nel Santuario Pelagos: la vela – Vallecrosia/Camporosso
Le barche a vela sono una costante delle acque del Ponente ligure e le dimensioni variano dai piccoli Optimist per i bambini ai grandi velieri di alcune decine di metri. Barche a un albero o a due alberi, armate a sloop, ketch o goletta, solcare le acque sfruttando solo la forza del vento è uno dei modi più sostenibili per spostarsi in mare regalando quel silenzio che consente di ascoltare la natura che ci circonda.
8) Attività sportiva nel Santuario Pelagos: Il windsurf, kite e surf – Imperia
Sostenibili come la vela, questi sport sono più dinamici e praticati soprattutto dai giovani in ogni periodo dell’anno. Diverse sono infatti le aree del ponente ligure che si riempiono di tavole quando spira vento teso e si alzano le onde.
9) Attività sportiva nel Santuario Pelagos: la subacquea – Dolceacqua
Siamo abituati a pensare al mare come ad una superficie azzurra riflettente, ma sotto di essa si cela un vero e proprio mondo, spesso definito il sesto. Le acque costiere del ponente ligure sono un susseguirsi di SIC (siti di interesse comunitario), data l’elevata ricchezza in termini di biodiversità. Praterie di posidonia, vere e proprie nursery per tantissimi pesci, crostacei e molluschi, e il meraviglioso coralligeno, con le sue paramuricee, le eunicelle, stelle, ricci, sono frequentati da cernie, gronghi, mustele, polpi, murene e moltissimi altri organismi. Un mondo che da sempre affascina grandi e piccini, fruibile non solo dai i subacquei, ma anche da chiunque voglia indossare maschera e boccaglio.
10) Pesca e gastronomia nel Santuario Pelagos: il gambero rosso di Sanremo – Seborga
Una vera e propria leccornia, da gustarsi sia cruda che cotta, condita rigorosamente con olio ligure e accompagnata con vermentino o pigato locali. Una risorsa molto importante per l’intero territorio, la cui abbondanza è però in continua diminuzione a casa della pesca intensiva. Pescato con le reti a strascico in acque profonde circa 500-700 metri, il gambero rosso rappresenta ormai da anni l’obiettivo principale di molti pescatori.
11) Pesca-turismo nel Santuario Pelagos – Bordighera
La pesca-turismo è praticata in molte località italiane ed è un’attività in costante crescita. La drastica riduzione del pescato rispetto a pochi decenni fa spinge infatti molti pescatori a sfruttare la propria imbarcazione e l’enorme esperienza maturata in mare, in attività turistiche remunerative, con costi ridotti e sostenibili da un punto di vista ambientale. Anche nel ponente ligure alcuni pescatori si dedicano a questa attività, ospitando a bordo dei turisti, insegnando loro le diverse metodologie di pesca e pescando insieme a loro il pesce che poi cucineranno e condivideranno.
12) La Guardia Costiera per la sicurezza nelle acque e lungo le coste del Santuario Pelagos – Riva Ligure
La sicurezza è fondamentale per chiunque abbia a che fare con il mare. Indipendentemente dall’approccio, turistico-ricreativo o commerciaIe-produttivo, regole e norme di condotta sono necessarie affinché le attività antropiche e le risorse del mare convivano in modo sicuro e sostenibile. Sicurezza in mare è anche prestazione di servizi, prevenzione, vigilanza, informazione e formazione, fattori che hanno come denominatore comune la salvaguardia della vita umana e la protezione dell’ambiente e delle sue risorse naturali. Ogni giorno, senza soluzione di continuità, il dispositivo di pronto intervento per la ricerca ed il soccorso in mare della Guardia Costiera garantisce con personale, unità navali e mezzi aerei la sicurezza dei diportisti e dei bagnanti che numerosi affollano le coste e le acque del Santuario Pelagos.
13) Vivere e salvaguardare il patrimonio naturalistico subacqueo del Santuario Pelagos – Golfo Dianese
Le bellezze naturali che caratterizzano i tratti costieri ed il mare del Santuario Pelagos attraggono ogni anno cittadini e visitatori stranieri che desiderano ammirarne le peculiarità e viverne l’annonia. L’habitat subacqueo, in particolare, offre scorci mozzafiato, con praterie di posidonia oceanica, pareti rocciose adornate da gorgonie e coralli, coloratissime spugne. ll mantenimento di tali risorse richiede però una sempre maggiore sensibilità e consapevolezza dell’importanza di tutelare l’ambiente marino e costiero, ancor più nelle aree protette. In tali ambiti, i nuclei subacquei della Guardia Costiera, tra i loro compiti istituzionali, svolgono una costante opera di vigilanza per il mantenimento e Ia protezione del patrimonio naturale dei fondali marini.
14) Le spiagge – Sanremo (Fuori concorso)