Le criticità operative della Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, i numerosi e pressoché quotidiani eventi critici che accadono tra le sbarre, l’assenza di riscontri alle denunce sindacali: sono queste le ragioni che porteranno, venerdì 4 marzo prossimo, il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece a visitare la Casa di reclusione nella Città dei Fiori.
Capece ha raccolto l’invito del segretario regionale del SAPPe Michele Lorenzo: “È diventato il carcere del silenzio, nel quale accade di tutto, e il grave è che l’amministrazione penitenziaria non fornisce alcuna risposta alle varie segnalazioni che il SAPPe solleva. Abbiamo invitato a Sanremo il segretario generale del SAPPe dr. Donato Capece, che è a conoscenza della delicata condizione lavorativa in cui versa l’istituto matuziano di Valle Armea, e lui ha accettato di visitare l’istituto ed incontrare i colleghi per fare il punto della situazione e valutare le possibili soluzioni da prospettare sui tavoli romani”.
Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne e gli uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, aggiunge. “Altro che carcere umano e più sicuro, come auspica la Ministro della Giustizia Cartabia: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.
“Non è accettabile”, prosegue Capece, “che l’amministrazione penitenziaria interregionale di Torino e quella centrale di Roma non forniscano risposte alle nostre segnalazioni e soprattutto predispongano gli idonei ed urgenti provvedimenti di competenza. Il carcere di Sanremo non ha assistenza psichiatrica a fronte di una consistenza presenza di ristretti affetti da tali patologie: c’è una significativa carenza di personale del ruolo degli ispettori e sovrintendenti e di 30 poliziotti penitenziari; c’è una organizzazione dei servizi e del lavoro interna che non è adeguata e calibrata alle reali esigenze del poco personale che vi lavora”.