Sanremo è una parola che racchiude in sé significati molto specifici: musica, mare, sole e ovviamente fiori. E proprio su questi ultimi ci vogliamo soffermare, essendo un perno portante dell’icona sanremese.
Lustro del panorama floricolo è senza dubbio il Mercato dei Fiori della valle Armea, vetrina che accoglie turisti e non mostrando loro le bellezze di questo settore. O almeno così dovrebbe.
Tentiamo di raggiungerlo per poter comprendere come Sanremo propone a tutti il suo fiore all’occhiello.
Seguendo le indicazioni dall’Aurelia ci si ritrova davanti a un cancello sempre sbarrato, fatta eccezione per un accesso pedonale arrugginito. Un’aiuola incolta e piena di rifiuti fa da ornamento accogliendo il curioso che fin qui è giunto.
Proseguiamo allora via Frantoi Canai tentando di aggirare l’edificio per trovare come entrarvi: sulla destra troviamo una fila di camion abbandonati sotto sequestro da anni pieni zeppi di spazzatura di ogni genere. Qualche ardito del luogo ha dipinto una coraggiosa denuncia sulla fiancata arruginita di un mezzo, mentre il logo “Riviera dei Fiori” fa bella mostra di sè.
Passiamo sotto l’Aurelia Bis e finalmente un altro segnale ci indica di tornare verso il mare: percorriamo così via Armea oltrepassando i due bivi che condurrebbero allo stabile: noi del posto sappiamo che si passa di là, ma nessun cartello ce lo indica, facendoci di fatto tornare sperduti sull’Aurelia.
Facciamo finta di nulla e imbocchiamo la strada giusta: ci accoglie un gabbiotto vuoto, una sbarra consumata e un piazzale adibito a parcheggio per i mezzi di ritiro della spazzatura. Crolla in noi la speranza di trovarci nella vetrina della floricoltura ponentina. Una piccola targa recita timidamente Mercato dei Fiori, intorno solo cemento consunto e fioriere vuote adornate di bicchieri di plastica.
É davvero un gran peccato che una struttura così importante debba presentarsi in una veste così trascurata; basterebbero davvero pochi interventi “di facciata” per dare il giusto onore a un edificio che ha fatto e fa la storia della nostra floricoltura, casa di una bellezza che da noi si diffonde in tutto il mondo.
Sanremo città dei fiori: sì, no, forse?