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Anche a Sanremo, durante la settimana del Festival, si è fatto e si fa calcio.

Nella città dei fiori, in occasione del 75esimo Festival della canzone Italiana, il commentatore sportivo ed ex calciatore Lele Adani è arrivato nel Ponente ligure, assieme ai compagni ed ex calciatore Nicola Ventola e Antonio Cassano.

Il trio, che condivide una parentesi da calciatori nell’Inter e il successo, durante il periodo pandemia, della nota trasmissione ‘Bobo TV‘ su Twitch, durante la settimana della kermesse canora, ha tenuto una puntata speciale del loro nuovo format dedicato al calcio, ‘Viva El Futbol‘, nella quale hanno a loro volta intervistato alcuni dei concorrenti di Sanremo.

Ospiti durante la settimana all’Aregai Marina Hotel & Residence, abbiamo avuto l’occasione di fare una breve chiacchierata con Lele Adani, con il quale abbiamo parlato, oltre che della loro missione sanremese presso il quartier generale di Urban Vision, anche della sua carriera da commentatore sportivo, fra parallelismi musicali e calcistici, su uno stile di commento tecnico, quello di Lele Adani, nelle telecronache sportive che negli anni è diventato piuttosto distintivo, per il suo piglio energico, estremo, passionale e ad alto tasso di decibel. Ci siamo chiesti dunque se il suo impatto stilistico nel commento tecnico non potesse essere simile a quello della techno da rave sul mondo della musica dance, oppure a quello del metal sulla scena rock’n’roll.

“Caspita! Grazie per il richiamo! – dice Adani – Mi piace l’idea che in un momento dove c’era margine per portare qualcosa di rivoluzionario, sentito, emozionale ma anche analitico, sono riuscito ad entrare nella cultura del Paese. Siamo un Paese latino, caldo. E il racconto sportivo di questo Paese possa essere fatto in un certo modo, anche rispettoso e possa elevarlo”.

Dovessi dire ad oggi le tue più grandi gioie da giocatore e da commentatore?

“Beh, la carriera è stata lunga e con tanti risvolti – racconta. – Credo che però che il sogno di tutti è arrivare in nazionale. Ed il mio debutto in azzurro, il 15 novembre del 2000, al fianco di un idolo ed un esempio per tutti come Paolo Maldini, giocarci assieme anche pochi minuti è stato unico ed indimenticabile. Da commentatore ne ho vissute tante, ma rimango alle ultime, che sono l’accompagnamento nei mondiali in Qatar di Messi e dell’Argentina trionfante al Mondiale”.

Nel video servizio a inizio articolo, l’intervista integrale all’ex calciatore.