Presentato ieri sera nella Federazione Operaia di Sanremo “Cronache Matuziane: il vuoto e l’argilla”, il nuovo romanzo del nostro Alessio Bellini, edito sempre da Antea Edizioni. Il culmine di un lavoro durato ben sei anni che ha prodotto la storia di quattro personaggi le cui vicende si intrecciano, il nome lo evince, nella Sanremo del 962.
L’opera mescola sapientemente storia e finzione, l’autore la definisce “fiction storica”, e spazia tra i generi facendo però prevalere una profonda vena satirica: chi vive Sanremo e la Liguria non farà fatica ad individuare nell’intreccio narrativo personaggi e modi di fare ben noti nella nostra epoca, seppur agghindati da Medioevo.
E proprio la veste cattura la particolarità dell’opera: ci troviamo difatti davanti ad un romanzo completamente redatto in “lingua volgare”, un’attenta ricerca dell’autore da cui si desume l’animo dell’antropologo; nessun termine successivo all’epoca del romanzo è stato utilizzato, così da immedesimarsi totalmente nella mentalità di un’epoca.
“Cronache Matuziane” si pone quindi come incursione nella storia con la “s” minuscola, nel quotidiano di un’epoca di cui sappiamo relativamente poco, e lo fa con lo spirito di chi è innamorato di casa propria e sa bene come lodarla e schernirla. Un affresco a tutto tondo di una Sanremo sia esistita, sia mai avvenuta e sia che vive tutt’ora nei suoi personaggi.
Nella serata ha dialogato con l’autore Ciro Esse, presidente del Club Unesco di Sanremo, mentre l’attore Max Carja ha interpretato alcuni brandi tratti dal romanzo.