“Il cuore comanda l’arte realizza” è il titolo della mostra Antologica di Elena Frontero, curata dalla dott.sa Federica Flore, storica dell’arte che rimarrà esposta nel foyer di Porta Teatro al Casinò sino al 7 aprile.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con il circolo degli Artisti di Albissola, inaugurata lo scorso 19 marzo alla presenza dell’assessore Eugenio Nocita, è visitabile ad ingresso libero e gratuito tutti i giorni dalle 15.00 alle 24.00. Il 2 aprile al termine del Martedì Letterario a cui parteciperà l’avvocato Michele Navarra, vincitore del Premio Letterario nazionale “Casinò di Sanremo Antonio Semeria” sezione Narrativa edita, Elena Frontero, docente dell’Accademia di Belle Arti matuziana farà una dimostrazione sul metodo da lei utilizzato dell’incisione, regalando al pubblico la possibilità di comprendere dal vivo questa difficile tecnica pittorica, ma dal linguaggio universale.
Inoltre, per ringraziare i visitatori, lascerà aperta la possibilità di essere selezionati per la vincita di un’opera autografa della stessa artista, partecipando all’estrazione di fine mostra (il 7 aprile). Si potrà essere selezionati, lasciando il proprio recapito mail nella scatola apposta presente in mostra.
Ha scritto di Elena Frontero la storica dell’Arte, dott.sa Federica Flore: ”Poche figure nel panorama artistico contemporaneo danno vita ad un mondo onirico e realistico allo stesso tempo quanto Elena Frontero fa con le sue opere.
Coinvolta profondamente nelle vicende liguri, la Frontero si manifesta figlia adottiva di questa terra tanto da identificarsi nella sua luce, nella sua anima a tratti oscura, totalmente e senza riserve.
La visione poetica che contraddistingue le opere di questa artista matura nella grazia delle prime età dell’uomo, nella coerenza dei paesaggi naturali, nella gratitudine spirituale e nell’onirico.
In una così straordinaria collocazione nel mondo è possibile rintracciare i termini di una visione artistica coerente, un filo conduttore, una costante che ci è data anzitutto dal suo atteggiamento di fronte alla realtà: la realtà – un “intorno” appunto – come prima ispiratrice, Elena stabilisce con essa un contatto diretto, istintivo, appassionato, sinergico, ma l’immagine che ce ne restituisce nelle sua pittura e nelle sue incisioni è sempre soggettiva, trasfigurata dalla sua visione personale, eppure mai mediata da meditazioni intellettuali.
Pittrice della realtà, insomma, Elena Frontero non fotografa, non trascrive, ma ricrea d’impeto e di getto il mondo che ella sente e vive; per questo i suoi ritratti sono rivelatori della personalità dell’artista almeno quanto della personalità del soggetto, per questo i suoi simboli e i suoi sogni sogni hanno la concreta, folgorante evidenza di tutto ciò che è “terrenamente” vivo.
Immersa totalmente nella natura, Elena Frontero partecipa al Sublime che torna dal Romanticismo in un’estetica fresca, intrisa di pathos e forza: insomma una poetica dei sensi, che pian piano si trasforma in poetica dei sentimenti. L’artista afferma il diritto di esprimere nella pittura una realtà personale che dà corpo alle emozioni, alle incertezze, all’inconscio senza ricorrere a schemi esemplificativi, piuttosto si fa promotrice di mondi affettivi e totalmente veritieri.
La sua capacità nel ritrarre, però si discosta dalla mimesis platonica, che negativamente esprimeva un giudizio sulla pittura, come veicolo di falsità e menzogna; al contrario, nella produzione artistica della Frontero, infatti, si partecipa al connubio tra verità e sensibilità, tra grandezza e schiettezza, come si può vedere da Alba di mare, per esempio, che esprime la gratitudine con la quale questa artista si mette a dispersione del suo talento.
Le origini di un così lungo percorso sapiente vanno ricercate nell’ambiente accademico nel quale è cresciuta Elena Frontero e le competenze acquisite fin da ragazza, che le permettono di contraddistinguersi da subito.
La serie di opere che stigmatizza la Frontero come “pittrice dei bambini” raffigura il mondo tutto intorno alle immagini di fanciulli, ancora candidi, ancora puliti, ancora privi di un malizia del mondo adulto: questi elementi della vita-bambina, di un’età che per l’uomo, probabilmente dura troppo poco, influisce sul tratto dell’artista, sensibilizzandone le forme.
Pur rimanendo attraccata ad un realismo puro, supportato anche dalla tecnica incisoria, nella produzione di Elena Frontero emerge un aspetto quasi magico, forse meglio dire fiabesco, che riporta subito alle letture di quelle favole fondanti l’essere l’adulto in ognuno di noi. …”