“Ogni anno si ripropone il problema dell’imbuto formativo per i medici laureati, che hanno a disposizione pochi posti e devono attendere, in media, troppo tempo per entrare in specialità. I posti sono pochi anche rispetto alle esigenze pratiche della sanità. Pur non essendo nostra competenza, da due anni abbiamo finanziato alcune borse di studio per le specialità di cui il nostro sistema ha più bisogno. Già l’anno scorso, grazie alla riduzione del disavanzo, eravamo riusciti ad aumentare le borse di studio. Cercheremo di farlo anche quest’anno, dato il problema della sovrapposizione di due annualità che porterà al concorso migliaia di laureati in più”.
Lo ha detto il vicepresidente e assessore alla salute Sonia Viale al termine dell’incontro con i medici laureati che hanno manifestato questa mattina a Genova in piazza De Ferrari, come in tutta Italia: un coordinamento che riunisce diverse associazioni (Salviamo Ippocrate; Chi si cura di te?; ER – Ex Rappresentanti in prima linea; Farmacia Politica; Link Area Medica; Materia Grigia; Segretariato Italiano Giovani Medici) e chiede l’annullamento dell’imbuto formativo con l’aumento delle borse di studio e l’ampliamento della rete formativa per le specialità agli ospedali non universitari.
“Questi ragazzi chiedono di lavorare e hanno già fatto una scelta forte per la loro professione e per il loro paese: la sanità italiana ha il dovere di aiutarli – ha continuato Viale – La riforma che ha permesso di fare i tirocini prima della laurea va nella giusta direzione ma ha creato, per quest’anno, un problema di intasamento maggiore perché al concorso parteciperanno i laureati dell’anno scorso e quelli di quest’anno: l’anno scorso erano 18.000, quest’anno saranno 25.000. È chiaro che è necessario un intervento mirato per quest’anno, anche in considerazione dell’attuale emergenza, e una riforma di sistema a livello nazionale. La nostra Giunta – ha concluso – chiederà con forza al Governo di affrontare questo tema e di prevedere nuovi strumenti normativi”
L’anno scorso le borse di studio finanziate da Regione Liguria sono state 12, del valore unitario di 25mila euro, per un impegno di 300mila euro annui e di 1,6 milioni complessivi per i cinque anni della specializzazione, assegnate ad alcune specialità (ortopedia e traumatologia; anestesia – rianimazione – terapia intensiva e del dolore; ostetricia e ginecologia; igiene e medicina preventiva; malattie dell’apparato digerente; oftalmologia; radiodiagnostica) sulla base dell’attività programmatoria di Alisa, effettuata con il supporto dei dipartimenti interaziendali regionali, tenendo conto della capacità formativa delle Scuole di specializzazione di area sanitaria dell’Università degli Studi di Genova. Ai beneficiari, residenti in Liguria da almeno tre anni, viene chiesto di impegnarsi con un “patto d’onore” a rimanere sul territorio regionale per un periodo di due anni entro i cinque anni dal conseguimento del diploma di specializzazione.