Il segretario generale FP-CGIL Imperia, Tiziano Tomatis interviene con una nota stampa sulla situazione sanitaria nel Ponente ligure.
“La sanità nel ponente ligure sarà finalmente rafforzata e resa finalmente efficiente. E questo è il solito mantra con il quale i responsabili politici della sanità ligure mantengono tranquilla la cittadinanza.
C’è sicuramente qualcosa di misterioso o di magico visto che oramai da oltre 5 anni nulla è cambiato, neanche le promesse. Non è servita neanche la perplessità del direttore generale dell’ASL 1, che giustamente faceva notare che le condizioni previste nel contratto di privatizzazione non rispettavano quanto era stato inserito nel capitolato. Neppure lo smantellamento di quasi tutti i servizi sanitari presenti nel sito di Bordighera ha suscitato dubbi sulla bontà delle promesse.
Oggi il cittadino dell’estremo ponente ligure si ritrova in condizioni molto difficili con un “Ospedale” (Bordighera) che non ha più nulla da offrire: punto di primo intervento senza medici interni e organizzato con medici soci di cooperative sociali che hanno già dimostrato e dimostrano giornalmente casi di grave inefficienza, uffici cupa e casse per utenti allocati in angustie stanze, dove quattro o più postazioni convivono in spazi ridottissimi accogliendo frotte di persone che attendono ammassate all’esterno dell’edificio. Ciò comporta disagio lavorativo mancata riservatezza (privacy) e in subordine rischio altissimo per la salute e la sicurezza dei lavoratori e dell’utenza. Rimane infine un esiguo numero di posti letto (circa 10) per ricoverare pazienti.
La situazione inoltre diventa ancora più preoccupante considerando che Sanremo e Imperia (ospedali) non sono stati potenziati, ma paradossalmente hanno ridotto anche qui le attività ordinarie, incrementando quindi il disagio assistenziale e di cura. Si assiste a code di pazienti ai Pronti Soccorso in attesa di essere visitati, pazienti “parcheggiati” sulle barelle dei Pronto Soccorsi per giorni interi e liste di attesa lunghissime per carenza di medici specialisti.
Nonostante tutto questo resta un mistero del come mai la politica sanitaria regionale non è riuscita e non riesce a dare una risposta concreta ai 220.000 abitanti di questa provincia abbandonandoli a un futuro decisamente incerto dal punto vista assistenziale e di cura.
L’Ospedale Unico o nuovo, così come la fatidica privatizzazione di Bordighera non potranno più essere argomenti senza sostanza, utili soltanto per tranquillizzare il cittadino. Ben vengano nuove riforme organizzative per migliorare la sanità, ma nel frattempo si dovrà garantire ugualmente un servizio dignitoso efficiente ed efficace alla tutela della salute di ogni cittadino mettendo in campo tutte le risorse necessarie e richieste a questo fine. Pertanto basta con le chiacchiere e che si passi a qualcosa di tangibile, fruibile e accessibile”.