angelo gratarola

“È iniziata ieri l’operazione di scorrimento delle graduatorie che andrà avanti fino ad arrivare alla copertura dei fabbisogni indicati da ciascuna azienda sanitaria o ospedale”. L’assessore alla Sanità Angelo Gratarola fa il punto sull’organico di infermieri e Oss in Liguria.

“Tutto questo consentirà molto presto di stabilizzare gli organici del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari – aggiunge Gratarola – siamo però consapevoli che ciò non basta per alleggerire la pressione sugli ospedali, problema che si risolverà definitivamente solo con la necessaria riforma della medicina territoriale. Tutto viene stabilito a livello nazionale dal Decreto Ministeriale 77/2022 con il quale vengono definite le strutture che compongono la rete dei servizi territoriali. Il Decreto ha come obiettivo proprio quello di colmare le lacune che oggi contribuiscono, tra l’altro, ad un congestionamento dei pronto soccorso anche nella nostra regione. La presenza di strutture sul territorio per la media bassa e complessità permetterà di fornire risposte che oggi vengono ricercate nei pronto soccorso”.

In merito a questo specifico tema poi l’assessore si sofferma su alcune situazioni. “A proposito dell’ospedale Villa Scassi dove tutt’ora insiste un cantiere per l’ampliamento del pronto soccorso , Asl 3 ha specificato che ieri si è registrato un iper afflusso – aggiunge Gratarola. – Dall’altra parte l’ospedale Policlinico San Martino con tutte le risorse a disposizione sta cercando di rispondere alle esigenze dei cittadini anche andando oltre ai compiti ricevuti da Alisa, in un periodo in cui la commistione tra pazienti Covid e soggetti alle prese con patologie tipiche del periodo invernale stanno complicando i percorsi tradizionali di cura”.

E qui l’assessore torna ad un problema già denunciato nei giorni scorsi. “Una parte dei pazienti che giungono al pronto soccorso per patologie che nulla hanno a che vedere con il Covid – dichiara Angelo Gratarola – scopre di essere positiva solo perché c’è l’obbligo di eseguire il test al triage. Dal momento in cui questo test risulta positivo comincia una separazione di questi malati rispetto al loro naturale percorso di cura e questo ha due implicazioni: da un lato soffoca gli ospedali, generando bolle di pazienti positivi nelle singole unità operative o la conversione di interi reparti, e dall’altro rischia di portare all’indebolimento delle cure per la malattia per la quale il paziente è entrato in pronto soccorso. Ritengo quindi che il Covid, in questa fase storica, debba essere assimilabile ad una sindrome influenzale e di conseguenza si debba pensare ad un cambio sostanziale di approccio dei protocolli ministeriali”.

Infine una puntualizzazione sul piano di preparedness, il piano preventivo di suddivisione tra gli ospedali dei flussi dei pazienti Covid. “Il piano di preparedness stabilisce le regole, la tipologia di pazienti da inviare agli ospedali dell’area metropolitana e l’offerta che gli ospedali devono garantire – evidenzia Gratarola. – Il non rispetto pedissequo del piano è frutto della flessibilità dello stesso in risposta ad alcune criticità segnalate dalle aziende sanitarie e ospedaliere. Inoltre molti di questi pazienti Covid positivi al triage non sono veicolati attraverso il sistema 118, ma si autopresentano al pronto soccorso”.