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Lunedì 16 settembre dovrebbe segnare l’inizio sereno dell’anno scolastico in Liguria. Eppure, mai come quest’anno, l’avvio si preannuncia carico di difficoltà e criticità, confermando che il settore dell’istruzione pubblica continua a versare in uno stato di emergenza. Sebbene l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) rassicuri sulla regolarità delle operazioni di nomina e assunzione, la realtà è ben diversa. Le criticità denunciate dal sindacato Flc Cgil gettano un’ombra pesante sul futuro dell’istruzione, evidenziando il persistente problema del precariato, le mancate stabilizzazioni e l’assenza di soluzioni concrete per il sostegno scolastico, in particolare per gli alunni disabili.

Le rassicurazioni dell’Ufficio Scolastico Regionale: una facciata di normalità

Secondo l’USR Liguria, l’anno scolastico si avvierà senza intoppi: “Tutte le operazioni sono state concluse nel pieno rispetto della tempistica programmata, per consentire il regolare avvio dell’anno scolastico”. L’ufficio ha sottolineato che, nonostante il calo della popolazione scolastica, l’organico rimarrà invariato, con 13.764 posti comuni, 1.350 per il potenziamento e 2.908 posti per il sostegno, oltre ai 4.580 per il personale ATA. Un quadro apparentemente rassicurante, che però nasconde numeri ben più preoccupanti.

La verità è che, dietro queste dichiarazioni di circostanza, si cela l’ennesima gestione precaria del personale scolastico, con assunzioni frammentarie e numeri insufficienti per coprire le reali necessità. E non si tratta di una semplice questione di burocrazia: parliamo del diritto all’istruzione di migliaia di studenti, molti dei quali rischiano di iniziare l’anno senza insegnanti stabili o con cattedre vacanti, coperte temporaneamente da supplenti destinati, a loro volta, a essere sostituiti dai vincitori dei concorsi.

La realtà secondo la Flc Cgil: numeri che non tornano

Mario Lugaro, segretario generale della Flc Cgil Liguria, non usa mezzi termini per descrivere la situazione: “Si preannuncia un anno denso di difficoltà e criticità. La scuola è sempre più precaria e le immissioni in ruolo di personale docente e ATA sono sempre più risicate”. I numeri che Lugaro fornisce fanno riflettere: solo 1.299 posti per i docenti a fronte di 1.390 posti di scuola comune disponibili, 703 per il sostegno e 273 per gli ATA, a fronte di 798 posti vacanti. Un quadro che dimostra come le assunzioni copriranno solo una minima parte dei precari, lasciando molti lavoratori, e quindi molte classi, in una situazione di instabilità cronica.

E non mancano le difficoltà tecniche per comprendere come chi desidera entrare nel mondo scolastico come insegnante possa farlo. Le MAD (Messa a disposizione), inviate dagli aspiranti docenti per proporsi nelle scuole, sono state in parte sostituite da interpelli. Con l’introduzione degli interpelli le scuole possono richiedere docenti attraverso bandi specifici, con tempistiche e requisiti ben definiti. Questo implica che l’insegnante debba seguire da vicino questi interpelli, inviando la propria candidatura nei termini indicati. Anche dopo aver inviato MAD o partecipato a interpelli, c’è spesso un periodo di attesa che può risultare frustrante. Essere chiamati per una supplenza o un incarico dipende da molti fattori, tra cui la disponibilità di posti, la presenza in graduatoria e la concorrenza con altri candidati.

Emergenza sostegno a scuola: studenti disabili lasciati indietro

Particolarmente grave è la situazione per gli alunni con disabilità, che continuano a subire gli effetti di un sistema incapace di garantire un adeguato numero di docenti di sostegno. “L’esiguità dei posti è particolarmente critica sul sostegno – sottolinea Lugaro – ed è una criticità ormai atavica. Si continua a proporre soluzioni illusorie, come la conferma del supplente su richiesta delle famiglie, ma senza alcuna prospettiva di stabilizzazione”. Anche le nuove misure, come l’istituzione di percorsi di specializzazione affidati all’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, vengono definite dal sindacato come superficiali e meno approfondite rispetto ai corsi universitari, aggravando ulteriormente una situazione già compromessa.

Non bisogna dimenticare che spesso molte cattedre di sostegno vengono assegnate a docenti privi di una formazione specifica, a causa della carenza di personale specializzato. Questo crea una situazione in cui si cerca di ‘tappare i buchi’, sacrificando la qualità dell’insegnamento e il supporto adeguato agli studenti con disabilità.

Il valzer delle cattedre: disorientamento e disagi per studenti e insegnanti

Uno dei problemi più gravi riguarda la gestione dei concorsi banditi lo scorso inverno. Questa lentezza burocratica, unita alla necessità di coprire immediatamente le cattedre vacanti, comporterà l’ennesima girandola di supplenti che, nel corso dell’anno, saranno sostituiti dai vincitori dei concorsi. Questo ‘valzer delle cattedre‘ non solo disorienterà gli studenti, ma metterà in difficoltà anche i docenti precari, costretti a vivere in una perenne incertezza lavorativa. “Il rischio – avverte Lugaro – è l’avvio di un anno scolastico in affanno, con avvicendamenti e sostituzioni in corsa, con l’effetto di moltiplicare il disorientamento degli studenti e il disagio dei lavoratori”.

Ma non basta: il vero dramma è che queste problematiche si ripetono ogni anno, come una malattia cronica che nessuno vuole curare alla radice. E a pagare il prezzo più alto sono, come sempre, gli studenti e le loro famiglie, che si trovano a dover fronteggiare una scuola che fatica a garantire continuità didattica e qualità dell’insegnamento.

Un altro aspetto critico per la provincia di Imperia è il trasporto scolastico: la crisi della Riviera Trasporti mette a rischio il trasporto pubblico per molti studenti, generando ansia nelle famiglie e preoccupazione tra i dirigenti scolastici, che temono disagi già all’inizio dell’anno.

La scuola pubblica abbandonata a sé stessa?

La situazione del personale ATA non è certo migliore. Sebbene l’USR Liguria sostenga che “non vi è stata alcuna riduzione di risorse”, resta il fatto che le immissioni in ruolo sono state risicate, e molte posizioni vacanti dovranno essere coperte attraverso supplenze annuali, che, come sempre, saranno assegnate all’ultimo momento, con i soliti disagi organizzativi. Le promesse di stabilità sembrano essere sempre più lontane, e la ‘boccata di ossigeno’ derivante dalle immissioni in ruolo dei DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) non è certo sufficiente a risolvere i problemi di una categoria che soffre da anni di una cronica mancanza di personale.

A peggiorare ulteriormente la situazione, ci sono le problematiche legate alla nomina dei dirigenti scolastici. Nonostante le rassicurazioni sulla “piena regolarità” delle operazioni, sono molti gli istituti che si trovano a dover affrontare continui cambiamenti al vertice, con nuovi dirigenti scolastici che subentrano in corsa, generando ulteriore confusione nella gestione delle scuole.

Un futuro incerto

Il quadro generale è desolante: una scuola pubblica che sembra abbandonata a sé stessa, priva di una visione a lungo termine e incapace di risolvere i suoi problemi strutturali. Le soluzioni proposte dalle istituzioni appaiono come palliativi temporanei. L’avvio dell’anno scolastico 2024-2025 si prospetta dunque caotico, con cattedre vacanti, supplenze frammentarie e una scuola pubblica sempre più fragile. A farne le spese sono, come sempre, gli studenti e le loro famiglie, che vedono compromesso il loro diritto a un’istruzione di qualità.

I dati citati sopra fanno riferimento alla situazione complessiva della regione Liguria. Sembra che ci sia una certa mancanza di trasparenza o ritardi nella comunicazione da parte delle autorità competenti per quanto riguarda la provincia di Imperia. In questo contesto la diffusione dei dati da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale evidenzia che il problema è certamente ampio, ma la mancanza di un pronunciamento specifico per Imperia lascia un vuoto informativo significativo.