Per la settima puntata della nostra rubrica, nella quale approfondiamo i festival musicali che scandiscono l’estate della provincia di Imperia come un orologio (o, per rimanere in tema, un metronomo), torniamo nel centro storico di Sanremo, per una chiacchierata speciale con chi alla Pigna ha dato vita dal punto di vista musicale.
Sono passati infatti 25 anni da quando, fra le rovine di San Costanzo, in un’area della città vecchia bonificata e costruita sul cratere di un ordigno esploso durante la Seconda Guerra Mondiale, i giovani membri dell’Associazione Fare Musica davano il via alla prima edizione del Rock In The Casbah.
Da allora il Festival si è evoluto lentamente fino a diventare un appuntamento fisso dell’estate sanremese per gli appassionati di musica. Un festival gratuito che unisce grandi nomi della musica rock e alternative italiana a proposte locali rigorosamente con brani propri.
Un appuntamento fisso nel quale gruppi hanno esordito o hanno tenuto il loro ultimo live, nella quale più musicisti si sono avvicendati nel corso degli anni con progetti diversi, ma anche bambini che sono cresciuti, persone che si sono conosciute e coppie che si sono formate, in un evento dove la location ed il pubblico ricoprono un ruolo attivo e non solo di contorno.
Ne abbiamo parlato in una bella video intervista con Larry Camarda e Simone Parisi Radiomandrake, che la storia del festival l’hanno attraversata tutta.
“Negli anni 90 questo luogo, un tempo case rotte, è stato completamente bonificato – commenta Simone Parisi. – C’erano macerie. Qui era una sorta di ‘ground zero’ a seguito di una bomba. la conformazione nasce come quella di un arena naturale e nasce esattamente come si vede oggi. Questo terrazzino sul quale ci troviamo e sul quale abbiamo edificato il palco, è frutto di quella bonifica, dopo le bombe dell’ottobre del 1944, che poi ha portato a quello che attualmente è un luogo che oggi è riconosciuto da tutta la città. L’idea è sempre stata quella di far esprimere la musica originale e ciò a portato in 25 anni a vedere tanti amici che magari hanno sciolto la band per formarne un altra.
“Ci sono tanti ricordi che ci legano a questo post – afferma Camarda – tanti concerti, di band minori e di band importanti, come quando arrivarono i Marlene Kuntz o Tonino Carotone. I ricordi si accumulano. in un vortice di emozioni. Non ne abbiamo uno in particolare. La cosa particolare è che siamo ancora qua. Viaggio sempre con l’immaginazione. Per ora non ho idea di come arriverà alla trentesima edizione, ma abbiamo la volontà di costruire cose, cercare contatti, ascoltare musica, scoprire band e portarli qui nella maniera migliore possibile”.
Nel video l’intervista completa direttamente sul palco del Rock in The Casbah.