“Noi andiamo avanti seguendo le linee del piano concordatario e le risultanze volute all’unanimità dai sindaci durante la scorsa assemblea del 27 novembre.”
Così interviene Gian Alberto Mangiante, presidente di Rivieracqua, la società consortile creata per gestire il sistema idrico nel Ponente ligure, all’indomani della conferenza stampa con la quale il comune di Imperia e il gestore imperiese AMAT hanno espresso chiaramente la loro posizione: “Non ritiriamo l’istanza di fallimento fintanto che non sarà presentato un piano finanziario adeguato e fintanto che Rivieracqua non pagherà le forniture e i debiti con AMAT.”
L’istanza di fallimento era stata presentata lo scorso maggio da AMAT che attualmente vanta un credito nei confronti di Rivieracqua di oltre 2,6 milioni.
“È ovvio che la nostra volontà è quella di rispettare le obbligazioni ante e post concordato. Cercheremo in ogni modo di far fronte alla situazione con le risorse che riusciremo a recuperare. Ma deve esserci un comune interesse e un comune intento nel trovare una soluzione al più presto perché la struttura arrivi in tempi celeri a una situazione ottimale e che ci permetta di lavorare ed erogare il servizio,” continua Mangiante.
“Sappiamo tutti che al momento la struttura è inadeguata – aggiunge – e trovo inutile accanirsi su queste debolezze. Finché non si fanno i passi richiesti, evidenziati e approvati dai sindaci la situazione non cambierà.”
“Ognuno dovrà prendersi le responsabilità delle proprie scelte,” conclude Mangiante.
Durante la scorsa Assemblea dei Sindaci è stata decisa l’entrata dei privati con una quota minoritaria (tra il 30 e il 49 per cento) in Rivieracqua ed era stato chiesto ad AMAT e al comune di Imperia di ritirare l’istanza di fallimento.
Questa potrebbe pesare negativamente durante l’udienza del 20 dicembre nella quale il giudice Silvana Oronzo sarà chiamata ad esprimersi sul concordato preventivo di Rivieracqua, ammettendo la società alla procedura di concordato o decretando il suo fallimento con gravi conseguenze per le società creditrici e tutto il tessuto economico locale.