Dopo due anni di fermo, gli scavi archeologici di Costa Balenae tornano a vivere, animati dal via vai degli archeologi giunti qui dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.
Nel sito di Riva Ligure adiacente alla via Aurelia, la cui costruzione ha causato la distruzione di metà dei resti della basilica paleocristiana di cui però si riescono ancora ad apprezzare le forme e le diverse espansioni, ci accoglie il sindaco Giorgio Giuffra: “Come amministrazione ribadiamo il grande Sostegno all’Istituto Pontificio e alla fondazione Lamboglia, il nostro sogno è quello di valorizzare l’area e farla diventare un’attrazione per un’offerta turistica culturale di qualità”.
“Un ritorno graditissimo, abbiamo avuto due anni di fermo, uno ovviamente a causa pandemia – Alessandro Garrisi, direttore degli scavi, osserva il suo team all’opera sotto il sole cocente – vedere ripartire la normalità in un contesto legato al passato è un bel messaggio, un passato che diventa il futuro tramite i risultati dell’indagine archeologica”.
La campagna di scavi di quest’estate sarà concentrata sulla basilica, indagando nei pressi del battistero su alcune sepolture bizantine infantili. Nella navata nord invece si continueranno a studiare i numerosi sarcofagi in pietra del Finale e si approfondirà l’ipotesi della presenza di un campanile medievale.
“Tramite una scansione cronologica il più completa possibile vogliamo restituire tutta la storia di questo prezioso luogo delponente ligure“.