Continuano a destare preoccupazione i ritardi sui bandi del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020, fondi destinati alle imprese agricole del territorio che ad oggi sono stati elargiti per meno del 20%.
“Gli agricoltori sono infuriati, alcuni hanno gli investimenti fermi, mentre chi ha investito si ritrova con i debiti verso le banche” spiega Franco Boeri, frantoiano della Valle Argentina. “C’è qualcosa in questo meccanismo che non ha funzionato”.
Sulle risorse in questione, la Liguria ha una capacità di spesa pari al 9%, contro una media italiana che si attesta al 19%; la causa è nella complessità della fase istruttoria delle misure strutturali e nelle anomalie informatiche che generano ritardi sui pagamenti.
A questo si aggiunge il rischio di dover restituire i soldi non utilizzati all’Unione Europea.
“Oltre a prendersi i soldi indietro, nel prossimo Psr daranno solo i soldi che una Regione ha speso. La Liguria rischia così di perdere questi investimenti e che nel prossimo Piano non ci siano soldi da spendere”.
La burocrazia, i ritardi e i rallentamenti nelle procedure di istruttoria delle domande stanno rischiando di rendere vani gli enormi sforzi delle imprese agricole che hanno investito soldi e speranze nelle proprie attività e che si ritrovano, dopo anni, ancora in attesa di ricevere le risorse.
“Sono cambiamenti che sono d’accordo che avvengano. Nel frattempo però bisogna sfruttare sia il sistema informatico che quello manuale, non si può perdere l’80% dei finanziamenti della Comunità Europea”, conclude Boeri.