Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa congiunta del segretario del circolo PD di Taggia, Lorenzo Oggero e del consigliere comunale Davide Caldani.
“Arrivano triste notizie da Genova per i cittadini liguri: la maggioranza, nonostante le vicende occorse al presidente Toti, continua ad affrontare affannosamente il buco della sanità ligure e la nota vicenda del rigassificatore a Vado Ligure.
Martedì sera la maggioranza, dopo essersi ritirata in un lungo conclave, ha espresso voto negativo all’ordine del giorno dei consiglieri Arboscello e Natale sullo stop dell’iter del rigassificatore. Quelli del “siamo in grado di andare avanti” hanno dovuto prima fare un giro di telefonate per capire come votare, perché sia mai che il buon senso abbia la meglio sulla linea politica da mantenere…
Bocciato l’ordine del giorno, l’iter rimane dunque in piedi andando contro al volere dei cittadini e delle istituzioni del savonese. È noto, infatti, il parere del presidente della provincia savonese Olivieri, pur di area totiana, contro il rigassificatore.
Nel merito della questione non può comunque passare inosservato il voto contrario della consigliera Cerri sul tema, già discusso anche in consiglio comunale a Taggia a seguito di un ordine del giorno proposto dal consigliere Siffredi.
La presa di posizione del sindaco e della maggioranza in Comune, ad inizio aprile, è stata netta: il sindaco ha sostenuto come la decisione di spostare il rigassificatore a Vado Ligure non fosse una decisione presa dall’alto ma bensì il frutto del parere tecnico di Snam e di una esigenza di caratura nazionale, non ricordando come Snam stessa avesse già individuato nel Comune di Piombino, dove la Gola tundra, nave rigassificatrice, risiede, il miglior sito per il rigassificatore e individuato solo come secondo sito il Comune di Vado Ligure. Nella stessa occasione ha omesso inoltre di citare la richiesta del sindaco di Piombino (di FDI) alla premier Meloni di spostare il rigassificatore. La decisione di spostarlo da Piombino a Vado Ligure fu quindi presa a seguito della posizione della premier per accontentare il proprio sindaco, trovando in Toti e nella Liguria la soluzione del problema in cambio di un ipotetico terzo mandato; e questo nonostante la Liguria ospiti già un’infrastruttura di questo genere a La Spezia.
Chiediamo al sindaco: se questa non è una infrastruttura calata dall’alto che cos’è? Si vuole davvero continuare a sostenere che non lo sia? Di certo il suo fedele braccio destro in Regione Liguria, quando si tratta di votare secondo le direttive nazionali e contro gli interessi del nostro territorio, non ha nessun dubbio.
Ormai il momento di chiudere baracca e burattini è arrivato, bisogna ridare la parola ai cittadini liguri!”