“Ricorderemo il 26 aprile, più che per la ripartenza, per la confusione che sono riusciti a creare con questo ultimo decreto legge”, non le manda a dire il presidente provinciale di Fipe Confcommercio Enrico Calvi.
Nel primo giorno di ritorno in zolla gialla regna infatti ancora tanta incertezza nel mondo della ristorazione su orari, norme da seguire e comportamenti da intraprendere con o senza dehors.
“Sono sempre più fermamente convinto che le regole debbano essere poche e chiare per essere rispettate – prosegue Calvi. C’è altrimenti il rischio che diventino una presa in giro che complica ancor di più l’esistenza agli operatori del settore e in più non produce l’effetto sperato. Ribadisco meglio poche regole e farle rispettare, la Babele che ne è uscita a questo giro fa squillare i telefoni in continuazione per cercare risposte. Bisogna metterci, probabilmente, anche la complicità delle forze dell’ordine che hanno difficoltà anche loro stessi a comprendere le norme, così come i commercialisti e noi che passiamo le giornate a fare quesiti al Ministero”.
Calvi si concentra poi sulla ripartenza in generale: “Oltre alla premessa sopra, ovviamente ci voleva una ripartenza che deve essere fatta con cautela perché non vogliamo tornare assolutamente in arancione – sottolinea. Ci aspettiamo un crollo dei numeri del contagio per poter allungare il coprifuoco e poter vivere i locali anche all’interno”.
Il presidente Fipe conclude poi facendo chiarezza su cosa si possa e non si possa fare da oggi: “I bar e i ristoranti da oggi sono aperti con il servizio esterno fino alle 22. Il servizio interno rimane take away ovvero si prendono le cose in contenitore monodose e si può consumare all’esterno del locale”.