“Nel principato di Monaco, a fronte di una popolazione residente di poco più di 38mila abitanti, ci sono ogni giorno più di 53mila salariati“. Questo uno dei dati emerso dal report sul lavoro frontaliero stilato da Cgil Imperia e presentato a Riviera Time dal responsabile del settore, per il sindacato, Domenico Casile.
“I dati evidenziano un po’ quelli che sono i problemi dei frontalieri – dice Casile. Il 79% dei lavoratori di Monaco è residente in costa Azzurra, oltre 42mila salariati. Più del 12% è residente nel principato e solo l’8,6% viene dal comprensorio intemelio e anche più, sono 4556. I frontalieri sono dunque in netta minoranza e la maggior parte di loro non ha una formazione tecnica e culturale per affrontare le nuove sfide del lavoro.
Le attività tecniche scientifiche e amministrative sono quelle con più richiesta di manodopera e lavoro – prosegue. Purtroppo i nostri lavoratori hanno un gap deficitario importante rispetto ai colleghi francesi perché non ci sono delle scuole di formazione professionale per affrontare le nuove sfide del lavoro nel principato di Monaco.
Pensiamo solo che l’ultima revisione del trattato italo-monegasco per i frontalieri risale al 1989. Ci sarebbe poi anche da rivedere il discorso trasporti pubblici, perché non sono adeguati agli orari. Il frontaliero deve quindi sostenere la spesa del mezzo proprio e anche del parcheggio perché non a pagamento nel principato non esistono più.
Armonizzare i trasporti pubblici sarebbe molto importante, così come la difesa e il supporto ai lavoratori che hanno delle difficoltà. Questo è un problema immediato e primario, quello della formazione andrebbe invece risolto il più presto possibile per formare dei giovani che possano immettersi nel mondo del lavoro, specialmente nel principato di Monaco”.