“Regione Liguria è sempre stata al fianco del commercio ambulante, e continuerà a esserlo con nuovi ristori dedicati che possano, seppur in piccola parte, supportare un comparto fragile, che conta più di 4 mila operatori nel nostro territorio, completamente abbandonato dai provvedimenti del governo”. A dirlo è l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Commercio Andrea Benveduti.
“Stiamo predisponendo un nuovo strumento che coinvolga, con contributi a fondo perduto, le attività del settore che non sono rientrate nei primi 7,7 milioni di ristori, previsti dall’art. 22 del Decreto Legge n.157/2020 – spiega Benveduti – Ricordo infatti che per gli operatori del commercio su aree pubbliche che fanno somministrazione di cibi e bevande (aventi codice Ateco I 56.1) è già prevista l’assegnazione di contributi ‘una tantum’ di mille euro. I beneficiari riceveranno via pec dalla Camera di Commercio di Genova, soggetto attuatore dell’intervento, le modalità di erogazione del contributo. Per gli altri interverremo con un nuovo provvedimento dedicato, che ci apprestiamo a redigere con gli uffici”.
“Abbiamo inoltre recentemente alleggerito l’accesso al bando da 700 mila euro (attualmente attivo), specificamente dedicato al commercio ambulante, eliminando l’obbligo di presentazione del Durc e la necessità di garanzie. Così come abbiamo coinvolto la categoria tra le imprese beneficiarie dei bandi della digitalizzazione e dell’adeguamento dei processi produttivi di maggio scorso (al 60% a fondo perduto), e lo stesso faremo con la terza edizione degli omologhi bandi che andremo a riaprire nei prossimi mesi, per chi si fosse perso l’opportunità. Non solo, Regione Liguria ha svolto un ruolo essenziale, tramite i propri uffici, nel rinnovo fino a fine 2032 delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, su cui il governo continuava a tergiversare. Grazie a questo importante contributo, gli ambulanti potranno finalmente stare tranquilli per altri 12 anni”.
“Chiaramente i danni economici che queste fragili attività hanno subito richiederebbero ben altri risarcimenti, che solamente un più alto intervento governativo potrebbe compensare. Per nostra parte, e con quanto a nostra disposizione, continueremo a tutelare il comparto. Nell’attesa che l’esecutivo si ricordi della loro esistenza”, conclude Benveduti.