Tra i prodotti d’eccellenza del Ponente ligure lo Zafferano di Triora sta guadagnando un posto di rilievo grazie alla passione dell’imprenditore Daniele Laigueglia. Quest’antica coltura rappresenta oggi una delle eccellenze di questa terra, rinata tra le colline terrazzate che circondano l’antico borgo medievale di Triora. Conclusa la raccolta di quest’anno Laigueglia ha spiegato ai nostri microfoni che, nonostante il clima caldo di quest’anno abbia ridotto la produzione, la qualità dello zafferano è rimasta ottima.
Le parole di Daniele Laigueglia
La produzione dello zafferano, che si svolge su terreni esposti a sud, è frutto di un amore e una dedizione che Laigueglia coltiva ormai da dieci anni. “L’idea dello zafferano è sempre stato un mio sogno nel cassetto – ha raccontato Laigueglia – realizzato grazie a un caro amico che mi ha proposto di prendere in gestione alcuni terreni stupendi a Triora. Quando mi sono trovato in quel terreno ne ho visto la bellezza e ho deciso di piantare lo zafferano. Da lì è nato tutto e col tempo ho scoperto che a Triora questa coltura aveva radici antiche”.
Zafferano di Triora
Il marchio ‘Zafferano di Triora‘, registrato dall’azienda agricola di Poggio di Marò a Badalucco, è oggi sinonimo di qualità. Oltre al tradizionale risotto alla milanese lo Zafferano di Triora viene proposto in vari formati e combinazioni. Dalle tisane ai biscotti, liquori, confetture, e può essere usato in piatti di pesce, carne e dessert. “È un peccato che molti conoscano lo zafferano solo per il risotto – commenta Laigueglia – perché in realtà si presta a mille usi in cucina. Basta un pizzico di fantasia”.
Dietro la produzione dello zafferano c’è un lavoro impegnativo che inizia ad agosto e culmina a fine ottobre con la raccolta dei preziosi stimmi.
L’intervista integrale a Laigueglia nel video-servizio a inizio articolo.