“Il Ministero stabilisce delle regole che sono sostanzialmente orientate alla sicurezza ovvero garantire alla madre e al neonato il livello più alto possibile di assistenza. Il problema della chiusura o degli spostamenti di punti nascita che si vanno leggendo di volta in volta sui vari mezzi di informazione rappresentano delle ipotesi che l’assessorato sta valutando perché si tratta di elementi che saranno contenuti nel nuovo piano socio sanitario che sarà varato all’inizio del 2023”, commenta l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola.
“Le ipotesi sul tavolo – aggiunge Gratarola – devono comunque rispettare essenzialmente la normativa dettata dal Decreto Ministeriale 70 del 2015 che stabilisce in 500 nascite annue il livello minimo sotto il quale un punto nascite è insicuro, ma che fissa in 1000 il numero ideale. Questa cifra è il nostro target naturale perché intorno a quel valore si è stabilito esserci, secondo la letteratura scientifica, il massimo della sicurezza raggiungibile”.